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Parla Hyst, fratello di Jesto: “Morto d’infarto, nessuna dietrologia. Fedez? Non c’era un rapporto stretto”

Jesto è morto d’infarto il 31 luglio scorso a 41 anni. Hyst, suo fratello, ha spiegato in un’intervista a Fanpage che non c’è alcuna dietrologia, poi ha raccontato del materiale inedito che uscirà, delle persone che gli sono state vicine, della sofferenza della madre e un po’ di Fedez.
A cura di Francesco Raiola
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Jesto e Hyst
Jesto e Hyst

Taiyo Yamanouchi, in arte Hyst, oltre a essere un produttore e attore è il fratello di Jesto – il cui vero nome era Justin Yamanouchi – il rapper morto il 31 luglio scorso a 41 anni a casa di un infarto. Jesto era un nome nobile del rap italiano, fuori dai canali mainstream era senz'altro uno di quelli che ha portato la scena romana a essere un punto di riferimento nel movimento. Una morte improvvisa che ha stroncato il rapper in un periodo che Hyst racconta di cambiamento, di maturità. Nessuna dietrologia dietro questa scomparsa, solo tanto dolore, come quello che ha accompagnato la madre ultraottantenne e tantissimi artisti che hanno voluto dargli l'ultimo saluto durante il funerale assieme a centinaia di persone. E Fedez (primo a dare la notizia della scomparsa del cantante)? Di lui Hyst preferisce non parlare, ricordando chi era davvero vicino a Jesto di cui, comunque, sentiremo materiale inedito nei prossimi mesi.

Taiyo, come come stai?

Abbastanza bene tutto sommato, nel senso che ho una mole enorme di questioni da gestire, però in qualche modo ce la sto facendo. Mi terrò un tempo più avanti per elaborare quello che è successo.

Oltre al dolore, hai da gestire tutto quello che riguarda tuo fratello sia a livello burocratico che artistico. Un bel carico emotivo e di impegni, no?

È un carico gigantesco, c'è la gestione della comunicazione col pubblico e con l'esterno, tipo l'intervista che stiamo facendo, il lavoro sui contenuti già esistenti che devono essere inventariati, organizzati, ma per fortuna su questo Maqueta, l'etichetta che ha pubblicato tutti gli ultimi album di Justin, mi è stata molto vicina, mi aiutano a organizzare tutto, facciamo una call al giorno perché ci sono troppe cose di cui parlare. A questo ci aggiungiamo mia madre, ultraottantenne, che ovviamente sta patendo un dolore che non è naturale.

Ho visto il bel messaggio che le hai inviato, raccontandone il dolore ma anche la commozione nel vedere quanto affetto ha provocato la scomparsa di tuo fratello.

Esatto, perché non ha i social che comunque ti danno un'idea di massima delle proporzioni di una certa cosa. È stata a un paio di concerti di Justin e qualche volta, certo, ha toccato con mano questo entusiasmo, ma non ha un'idea molto precisa di quante persone mio fratello abbia toccato e il modo in cui lo ha fatto. Justin non aveva i fan di TikTok, quelli dell'esposizione mainstream, ma lo seguivano quelli che aveva toccato in modo generazionale, nel momento in cui era giovane, confuso, in preda a quel disagio esistenziale che è tipico di una certa età. Poi, però, come fanno alcuni artisti, è riuscito a spogliarsene.

E cosa è successo a quel punto?

Si è messo nudo di fronte a tutti e tanta gente ha stabilito una connessione con questa cosa. Andando avanti negli anni si è portato appresso queste persone che ora mi scrivono dicendomi che sentono di essere cresciute insieme a lui.

Era cambiata anche la scrittura di tuo fratello?

C'è stata un'evoluzione tematica di Justin, negli ultimi anni stava scrivendo solo cose più costruttive, positive, molto più alte spiritualmente e in tanti si sono ritrovati in questo cambiamento.

Ti chiedo un passo indietro, cosa è successo quella sera del 31 luglio?

Mio fratello stava stava bevendo una cosa in giro e semplicemente si è sentito male, si è accasciato a terra, chi era intorno a lui è intervenuto, hanno chiamato immediatamente l'ambulanza, c'è stato un tentativo di rianimarlo per un po' di tempo fino a che non c'è stato che da arrendersi.

Hai detto di aver voluto spiegare cosa fosse successo per evitare il girare di voci.

Chi lo frequentava sapeva che era in una fase molto attenta all'alimentazione, era in uno stato di grazia dal punto di vista fisico e mentale. Si è trattato di uno di quegli eventi clinici che non hanno nessuna riconducibilità ad altri comportamenti, semplicemente ogni tanto capita che il cuore ceda e basta. Poi ci si può pure accanire, prendi mia madre che ora ha l'istinto di andare a cercare responsabilità in giro.

In che senso?

Vedere quali comportamenti aveva, cosa aveva bevuto, fumato, quanto aveva mangiato o dormito, ma la verità è che si trattava di una giornata assolutamente normalissima, condotta in modo normale di un periodo particolarmente positivo, quindi proprio non esiste alcuna riconducibilità ad altre cause, niente.

Il primo a dare la notizia è stato Fedez…

Non mi va di parlarne.

Ok, allora parliamo della grande mobilitazione di amici e colleghi di Jesto, da Nayt a Rancore, Gemitaiz, LowLow sono stati tantissimi quelli che gli hanno voluto dargli un ultimo saluto.

Tutti amici che poi erano anche colleghi, pensa che ci conosciamo da 30 anni, con qualcuno anche da più tempo. Di Rancore, per esempio, sono stato il primo produttore, poi lavoravo alle cose di Justin, a quelle mie e anche di altri artisti. In ogni caso in quel periodo a casa mia venivano a registrare anche Gemitaiz e Canesecco che all'epoca erano Xtreme Team e tanti altri, eravamo un giro di gente che per forza di cose si conosceva, poi eravamo tutti molto lontano dall'idea di industria, di carriera e queste cose qua.

Il messaggio che aveva scritto Fedez – che tuo fratello era un punto di riferimento per il movimento – te lo aspettavi?

Ma questo è un dato oggettivo, non è che me lo devo aspettare o non aspettare, chiunque lo scriva sta solo sottolineando un dato oggettivo. Con lui – che ha cominciato molto dopo di noi – non c'era il tipo di rapporto che poteva esserci con gente come Rancore, Gemitaiz, Canesecco, LowLow e tutti quelli di Roma con cui abbiamo passato le nottate insieme. Fedez l'abbiamo incrociato dopo, in altre situazioni in giro per l'Italia.

Jesto
Jesto

Stai lavorando a quello che tuo fratello ha lasciato dietro di sé. Usciranno cose nuove?

Sì, assolutamente. Ora sono in una fase delicata perché sto facendo l'inventario del materiale che c'è. Non mi sento di fare annunci, quando avremo un'idea più chiara daremo qualche informazione in più.

Farete qualche evento commemorativo?

Ci stiamo già muovendo, solo che vorremmo organizzarlo nella maniera più simile a quella che lui immaginava. Tieni presente anche che c'erano degli accordi pregressi con diverse entità dell'industria che ora vanno completamente rinegoziati. Non ho grandi certezze in questo momento, forse a inizio settembre avremo le idee più chiare.

Però comunque di materiale ce n'è un bel po'…

C'è anche del materiale incompiuto, ho creato una sorta di gruppetto di persone più intime che hanno un'idea più precisa di quella che era la sua sensibilità, quello che aveva in testa e dovremmo per forza operare una selezione perché non sarà possibile far uscire tutto. Una cosa che sento è che il suo pubblico reale, non quello che si sta affacciando adesso per l'occasione, ha diritto di consumare questa ultima fase di maturazione artistica.

Senti, come vorresti che che fosse ricordato Justin?

Come avrei capito sono uno molto pragmatico, nel senso che ci sono delle cose che posso controllare e cose che non posso controllare. E non mi preoccupo di ciò che non posso controllare. Quello che so è che tipo di sforzo posso fare per chiudere questa questa parabola nel modo più dignitoso.

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