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Opinioni

Ma il Generale Vannacci non doveva essere cancellato?

Ieri il generale Roberto Vannacci è stato nominato capo di Stato maggiore delle forze operative terrestri: e la cancel culture? Il complotto gender? Le lobby gay? La dittatura del politicamente corretto e del pensiero unico? Che fine hanno fatto?
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Ieri il generale Roberto Vannacci è stato nominato capo di Stato maggiore delle forze operative terrestri, un incarico decisamente di primo piano. Anzi ha aggiunto che, nonostante le polemiche, non aveva mai temuto per la sua carriera perché “assolutamente convinto di non aver violato alcuna norma né legale né disciplinare".  Un importante spostamento – il Ministro Crosetto specifica che non è una vera e propria promozione -, probabilmente, in linea con il suo operato e la sua carriera di soldato, termine caro al generale e con il quale, spesse volte, si è definito.

Quindi? E la cancel culture? Il complotto gender? Le lobby gay? La dittatura del politicamente corretto e del pensiero unico? Le teorie cospirazioniste di una società eterodiretta (nel senso di guidata dall’esterno e non eterosessuale ovviamente) da gruppi che hanno il solo scopo di uniformare e omologare tutta l’umanità al pensiero unico e alle “deviazioni” sessuali? Cos’è successo? Dove sono finiti tutti i gendermassoni e i buonisti cattivi? Come hanno potuto permettere che il portatore sano del libero pensiero venisse addirittura nominato capo di Stato Maggiore? Ma in che mondo viviamo?

Beh, la risposta è molto semplice e come direbbe Quelo (meraviglioso personaggio di Guzzanti): è dentro di voi ed è sbagliata. Viviamo nel mondo reale, quello fatto di centinaia, anzi migliaia, di sfumature di grigio, altro che cinquanta; un mondo dove esiste chi asserisce senza tema di smentita e senza che nessuno gli consigli di andare d’urgenza da un dottore, ma uno bravo, che la terra è piatta; un paese dove la seconda più alta carica dello stato è un nostalgico del fascismo e non lo nasconde; dove il Ministro dell’agricoltura e della sovranità alimentare esterna pubblicamente le sue idee sulla sostituzione etnica senza che poi si dimetta; dove ogni tipo di idea su complotti e complottini affolla la rete con decine di migliaia di seguaci; dove Red Ronnie dice in diretta di aver parlato con Jimi Hendrix e che non sarebbe accaduto nemmeno solo una volta per sbaglio; dove Pio e Amedeo scherzano serenamente e allegramente sul fatto che non si possano più dire parole come puxxana o nexro o rixxhione o xandicappato solo per ridere perché “sono le intenzioni che contano, non le parole” e nel farlo le dicono allegramente e serenamente; dove un Generale dell’Esercito italiano può scrivere, in un agglomerato di pagine altrimenti detto libro, che “i gay non sono normali” e che “altro che patriarcato, bisogna educare gli uomini ad essere maschi e non smidollati” (per citarne a memoria solo due a caso).

E la cosa decisamente più comica – se non fosse dannatamente tragica – è che tutto questo è la prova lampante, evidente e lapalissiana che una vera cultura della cancellazione non esiste! Che tutti coloro i quali sbraitano contro la cancel culture, che starebbe eliminando ogni espressione del libero pensiero passato, presente e futuro, dimostrano con il loro stesso sbraitare che non è affatto vero. Vannacci – attualmente in licenza, e sotto inchiesta per il suo libro -, e il suo spostamento, è la dimostrazione vivente che non vi è alcuna dittatura del pensiero unico.

E anzi mi permetto di aggiungere, a titolo assolutamente personale (cosa che non sarebbe necessaria in un pezzo con firma, ma visto il tema, tutto è possibile), che la fantomatica cancel culture andrebbe a “cancellare” fenomeni, opere artistiche, modi di dire e pensare, espressioni di una cultura retrograda, sessista, omofoba, razzista e fascista, quindi chi si scaglia contro di essa, nella maggior parte dei casi è chi non riesce ad accettare il cambiamento o ancora peggio non vuole accettarlo perché troppo spesso il razzista o sessista oppure omofobo non pensa affatto di esserlo, anzi “ha anche amici neri”. Tutto questo con la dovuta precisazione che cancellare ogni tipo di traccia del passato compreso il Mein Kampf credo sia assolutamente stupido e ottuso perché il passato in ogni sua forma e traccia fa parte della nostra memoria storica e un popolo senza memoria è un popolo senza futuro, perché il passato sarà destinato a ripetersi nel peggiore dei modi.

In un paese in cui chiunque si sente libero di esprimere la propria opinione – che poi opinione non è perché è piuttosto LA verità – su qualunque argomento in qualunque circostanza, compreso la costruzione di ponti e meteorologia, sarebbe molto bello se un generale dell’esercito italiano, votato a difendere ogni cittadina e cittadino, non esternasse le sue opinioni in merito al fatto che alcuni cittadine e cittadine sarebbero meno uguali degli altri. Anzi, a dirla tutta, in un paese ideale un capo di stato maggiore non dovrebbe proprio coltivare opinioni sessiste, razziste, omofobe e fasciste. Ma lo so, sto esagerando anche perché se vado avanti di questo passo potrei anche finire questo pezzo dicendo che nel mio mondo ideale non dovrebbero esistere nemmeno gli eserciti. Ma ovviamente è una battuta e poi rischio di essere frainteso da ogni complottista del paese. Viva l’Italia, Viva la libertà, Viva Jannacci e non è un refuso.

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