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La vita è meravigliosa (anche dopo 74 anni), ma il mondo va a pezzi

74 anni fa usciva in tutte la sale americane il più celebre e amato film di Natale: “La vita è meravigliosa” di Frank Capra. Dopo quasi un secolo la più “bella storia mai raccontata”, la storia delle seconde possibilità e dell’importanza della comunità è ancora attuale. Ma purtroppo anche le vicende di un uomo schiacciato dai debiti e stretto nella morsa di un capitalismo disumano sono ancora realtà.
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Ieri abbiamo fatto vedere per la prima volta ai nostri piccolini di cinque e sette anni "La vita è meravigliosa" di Frank Capra: "la più bella storia mai raccontata". E nel guardare quel meraviglioso finale in cui tutto si risolve per il meglio grazie all'aiuto di una comunità che si stringe attorno a chi ha bisogno, credo che sia difficile non commuoversi. Perché è la storia delle seconde possibilità, è la storia del momento più oscuro della vita di un uomo che nonostante tutto e anzi proprio grazie a quel tutto è capace di rialzarsi (o meglio non buttarsi, visto che stava per suicidarsi), perché è uno di quei film che ti rapiscono e, come una macchina del tempo, ti portano indietro a quel momento in cui, anche tu bambino o bambina, guardavi quelle stesse immagini in un vecchio televisore a tubo catodico, con la tua mamma e il tuo papà. E ti commuovi.

Perché "il tempo è un cerchio piatto" e prima o poi tutto si ripete. Come ogni anno si ripete il Natale. E come ogni volta che sprofondi nell'oscurità preghi sempre che qualcuno o qualcosa venga a tirarti via con forza, a darti una seconda possibilità. E direi che sotto l'albero, quest'anno più di qualsiasi anno, tutte e tutti vorremmo trovare una seconda possibilità. Ma nonostante la vita sia meravigliosa, dopo 74 anni, il mondo è ancora uno schifo. Facciamo però un passo indietro.

La trama del film

La storia è ambientata a Bedford Falls (una cittadina tipica immaginaria), durante la notte di Natale. Mentre fuori nevica, in quella che verrà ricordata come la prima, più grande e realistica tempesta di neve mai creata sino ad allora su un set cinematografico, (il film noto anche per gli effetti speciali costò più di due milioni di dollari dell'epoca), sentiamo le preghiere di uomini, donne e bambini che chiedono di aiutare un uomo che sta attraversando un momento difficilissimo, tragico e oscuro. Poi vediamo un cielo stellato notturno e dei chiarori che hanno la voce di Dio e Giuseppe (siamo pur sempre nel 1946!) che decidono di inviare sulla terra un angelo custode di seconda classe, Clarence Oddbody (il bravissimo e noto caratterista Henry Travers), che se riuscirà nella sua missione di salvare quell’uomo riceverà finalmente le ali e sarà promosso ad angelo di prima classe. Scopriremo poi che quando suona una campanella un angelo mette le ali.

George Bailey (un incredibile, bravissimo James Stewart in quella che è riconosciuta come la sua prova migliore), ha passato la propria esistenza ad aiutare gli altri spesso rinunciando ai propri sogni (voleva fare l'esploratore), restando a vivere in quella cittadina che tanto detestava. Si innamora perdutamente della bellissima Mary (una meravigliosa Donna Reed), costruiscono la loro casa, hanno quattro figli ma una serie di orribili coincidenze e lo zampino infame del cattivo del film, il signor Potter (interpretato da Lionel Barrymore che dà vita ad uno dei migliori cattivi di sempre), fanno sì che proprio alla vigilia di Natale, rischi di perdere tutto e di essere arrestato per bancarotta. Saranno proprio le parole di Potter a suggerirgli cosa fare: "Vali più da morto che da vivo".

E proprio lì, sull'orlo del precipizio, arriva Clarence che si butta prima di lui e il buon George, da sempre altruista, si lancia a salvarlo senza pensarci. Sarà l'angelo a convincerlo di quanto sia stata importante la sua vita, facendogli vedere tutto il  buono che ha realizzato, mostrandogli quanto sarebbe stato orribile il destino di moltissimi, se lui non fosse mai nato.

Nessun essere umano può considerarsi un fallimento

George, così, torna alla vita e mentre corre verso casa per abbracciare i suoi cari, scopre che l'intera comunità si era stratta attorno a lui: chiunque, anche perfetti sconosciuti, venendo a sapere che aveva bisogno di aiuto, corrono da lui per confortarlo e mettere soldi in un cesto, soldi che lo salveranno dalla bancarotta, dalla galera, dalla fine. Ecco la seconda possibilità che tutti vorremmo avere, sempre. Quello che George riceve è il “il più grande regalo” che potesse avere, The Greatest Gift, che poi era il contenuto dell’omonimo breve racconto di Philip Van Doren Stern da cui il film è tratto, che fu stampato originariamente come biglietto d'auguri e dato, appunto, in regalo. "Nessun essere umano può considerarsi un fallimento" è un concetto in cui Capra credeva fortemente, anche e forse soprattutto perché quando ha realizzato questo film, era appena rientrato dal fronte della Seconda Guerra mondiale. E di certo voleva che fosse un messaggio pieno di speranza per il futuro. Messaggio di cui abbiamo tanto bisogno anche noi alla fine di questo 2020 che di meraviglioso ha avuto veramente poco.

Dopo 74 anni il mondo non cambia

Gli incredibili, magici, meravigliosi accadimenti di George Bailey e del minuscolo mondo di Bedford Falls dimostrano che ogni vita è meravigliosa, perché indispensabile, unica. Purtroppo però le vicende del protagonista ci raccontano anche di un uomo schiacciato dai debiti, di famiglie costrette a chiedere prestiti con percentuali da usurai, di professionisti che non hanno altra scelta che rivolgersi alle banche di un laido personaggio, un capitalista spietato e senza cuore: si scontrano così nel film i due volti del capitalismo americano (o quantomeno di come gli americani lo vedono), quello umano di George Bailey e quello disumano da multinazionale del signor Potter. E la distinzione era talmente netta e manichea che valse a Capra molte accuse di filocomunismo tanto da essere segnalato, dai servizi segreti, nella lista nera dell'america maccartista.

Purtroppo sappiamo bene quale via abbia preso il capitalismo, sappiamo bene che l'essere umano viene schiacciato continuamente  in nome del profitto e che, oramai, se non produce è considerato un fallimento. E nonostante sia passato quasi un secolo, nonostante apparentemente il mondo sia cambiato tantissimo da quelle immagini in bianco e nero, la vita delle persone normali, la vita dei George e Mary, non sono affatto cambiate: restano schiacciate dai debiti, dalle rate, dalle scadenze, le tasse, i fallimenti, le banche, gli usurai. 74 anni fa si immaginava che gli esseri umani nel 2020 si sarebbero evoluti, non ci sarebbero state più guerra, saremmo andati in giro con le macchine volanti, che la natura sarebbe rimasta incontaminata, che il lavoro fisico sarebbe stato portato avanti solo dalle macchine, dai robot, che non ci sarebbero state più malattie.

La vita deve essere ancora meravigliosa

Non è andata così. Ma è bello, anzi necessario, credere che la vita sia sempre e comunque meravigliosa. Che ci sia sempre tempo per una seconda possibilità. E che ci si possa commuovere, guardando il cerchio della vita che torna al punto di partenza. Che si possa piangere di felicità quando, la tua bimba piccolapiccola, mentre è in braccio a te a guardare l'albero ti dica, sentendo un campanellino: "Papone, lo sai che quando suona una campanella un angelo di seconda classe mette le ali?" Si, piccola mia, si… è vero.

Anche se fuori il mondo va a pezzi.

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