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Il comitato editoriale del Salone del libro: “Il Salone è antifascista perché è democratico”

Valeria Parrella del Comitato editoriale del Salone del libro esprime la posizione del gruppo di consulenti del direttore Nicola Lagioia con un’intervista esclusiva a Fanpage.it in cui sottolinea la natura antifascista del programma della manifestazione torinese, chiarisce le modalità delle dimissioni di Christian Raimo e chiede a scrittori ed editori di non rinunciare agli eventi in programma.
A cura di Redazione Cultura
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Il comitato editoriale del Salone Internazionale del libro 2019, diretto da Nicola Lagioia, risponde alle critiche che in queste ore stanno piovendo sulla manifestazione torinese che rischia di minare la riuscita della più grande fiera letteraria italiana, una delle punte di diamante degli eventi culturali del nostro Paese. E lo fa tramite uno dei suoi consulenti, la scrittrice Valeria Parrella, che a nome del comitato, in un'intervista video esclusiva a Fanpage.it affida il pensiero della direzione e del comitato artistico sulla "questione Altaforte" che sta dividendo la comunità di lettori e scrittori in queste ore.

Dopo l'annunciato ritiro dagli eventi del Salone del libro di Wu Ming, Carlo Ginzburg, Zerocalcare e in seguito alla risposta di altri, come Michela Murgia, che invece al Salone ci sarà, ecco la voce del comitato editoriale del Salone Internazionale del Libro.

Che ribadisce con forza "la bontà e la fattura antifascista" del programma, prendendo le distanza da tutti i contenuti che incitano all'odio razziale, di discriminazione e apologetici di ogni forma di fascismo, sottolineando peraltro il minimo spazio fisico (meno di 10mq) concessi "dalla struttura commerciale del Salone all'editore Altaforte" e non dalla testa editoriale e artistica del Salone stesso, che ha realizzato un programma di oltre 1200 eventi, dalla presenza dei genitori di Giulio Regeni al centenario di Primo Levi.

Il comitato editoriale del Salone, sempre per bocca di Valeria Parrella, chiarisce anche come sono andate le dimissioni dello scrittore Christian Raimo, dal medesimo comitato, che si era espresso sul proprio profilo Facebook a favore di un salone "antifascista e militante", poi dimessosi dopo le polemiche innescate dal suo post, cui sono seguite le richieste "di alcuni editori, delle Istituzioni presenti nel comitato di indirizzo del Salone e dello stesso Mibac".

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