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Salone del libro, Michela Murgia non rinuncia: “Se la Lega governa chiedo la cittadinanza fuori?”

Anche Michela Murgia interviene nel dibattito sul Salone Internazionale del libro di Torino, dopo l’annuncio della presenza dell’editore vicino a CasaPound, chiarendo che lei ci sarà: “Saremo al Salone proprio “a motivo” della presenza dei fascisti. Siamo convinti che i presidii non vadano abbandonati, né si debbano cedere gli spazi di incontro e di confronto che ancora ci restano.”
A cura di Redazione Cultura
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"Se CasaPound mette un picchetto nel mio quartiere che faccio, me ne vado dal quartiere? Se Forza Nuova si candida alle elezioni io che faccio, straccio la tessera elettorale e rinuncio al mio diritto di voto? "Se la Lega governa il paese chiedo forse la cittadinanza altrove? No. Non lo faccio."

Sono le righe iniziali del post su Facebook con cui la scrittrice Michela Murgia annuncia che lei, insieme a tanti altri, ci saranno al Salone Internazionale del Libro di Torino, in questi giorni dilaniato dal dibattito su fascismo e antifascismo, in seguito all'annunciata presenza dell'editore Altaforte, vicino a CasaPound e a Matteo Salvini, con uno stand al più prestigioso salone del libro nel nostro Paese.

Dopo le dimissioni di Christian Raimo (da consulente, mentre da autore ci sarà) e le rinunce di Wu Ming e Carlo Ginzburg, si fanno sentire anche gli altri autori, più o meno noti. Tra loro naturalmente spicca e farà discutere come al solito il post di Michela Murgia, la scrittrice sarda recentemente salita agli onori della cronaca in seguito all querelle con il ministro dell'interno Matteo Salvini. Ecco il post con cui l'autrice di "Istruzioni per diventare fascisti" si è appena espressa sulla questione, annunciando che lei sarà al Salone questo fine settimana:

Se Casa Pound mette un picchetto nel mio quartiere che faccio, me ne vado dal quartiere? Se Forza Nuova si candida alle elezioni io che faccio, straccio la tessera elettorale e rinuncio al mio diritto di voto? "Se la Lega governa il paese chiedo forse la cittadinanza altrove? No. Non lo faccio.

E non lo faccio perché da sempre preferisco abitare la contraddizione piuttosto che eluderla fingendo di essere altrove.
Per questa ragione al Salone del libro di Torino io ci andrò e ci andranno come me molti altri e altre. Lo faremo non "nonostante" la presenza di case editrici di matrice dichiaratamente neofascista, ma proprio "a motivo" della loro presenza. Siamo convinti che i presidii non vadano abbandonati, né si debbano cedere gli spazi di incontro e di confronto che ancora ci restano. Ci sono casi – casi come questo – in cui l'assenza non ci sembra la risposta culturalmente più efficace. Per questo motivo non lasceremo ai fascisti lo spazio fisico e simbolico del più importante appuntamento editoriale d'Italia. Saremo invece l'uno accanto all'altra per leggere, parlare, testimoniare e incontrare i lettori e le lettrici in un momento in cui ogni spazio democratico va difeso palmo a palmo.
Personalmente non cancellerò alcun incontro, ma userò l'unico in cui presentavo un libro mio per leggere un testo che ricordi cosa ha fatto il regime fascista in questo paese, chi ha perseguitato, chi ha ucciso, chi ha mandato al confino e quale responsabilità mai affrontata si porta addosso chi lo rimpiange.

Chiedo ai lettori e alle lettrici che verranno a sentirmi SABATO 11 ALL'ARENA BOOKSTOK ALLE 18:30 di venire con un libro che per loro incarni e rappresenti i valori della democrazia, dell'umanità e della convivenza offesi dal fascismo e dal nazismo. Alla fine del reading vorrei vedere quei libri sollevati come uno scudo silenzioso, come un argine di storie potenti da contrapporre a chi la storia la vorrebbe negare e riscrivere. L'unica difesa contro un presente senza coscienza è ricominciare a proteggere la memoria insieme.

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