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Il cielo stellato fa le fusa di Chiara Francini: “Il dialogo salverà il mondo”

In libreria l’ultimo romanzo di Chiara Francini. ‘Il cielo stellato fa le fusa’ è la storia di quattro ragazze e quattro ragazzi che restano rinchiusi in una villa sontuosa a Fiesole e che, ispirandosi al Decameron di Boccaccio, si mettono a novellare: “Il dialogo e la condivisione ci salveranno” dice la scrittrice e attrice toscana.
A cura di Redazione Cultura
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Si intitola ‘Il cielo stellato fa le fusa‘ (Rizzoli) il nuovo romanzo di Chiara Francini. La scrittrice e attrice toscana torna con un nuovo libro scritto durante il primo lockdown. Con una lingua sinuosa e coinvolgente, attraverso il punto di vista di un gatto fulvo metà italiano e metà svedese (Rollone il Vichingo), è il racconto di quattro ragazze e quattro ragazzi, provenienti ciascuno da un mondo diverso, che restano rinchiusi in una villa sontuosa a Fiesole. Che fare se non ispirarsi al Decameron di Boccaccio e mettersi a novellare?

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Il cielo stellato fa le fusa di Chiara Francini

È, questa che vi narro, una storia che prende vita sulle colline di Firenze, durante un giorno di maggio, in una dimora dal nome che pare scritto da Petrarca. O da Biancaneve. Villa Peyron al Bosco di Fontelucente. In questa magione profumata di fiori, caffellatte e bucati s’ha da svolgere, durante un fine settimana, un convegno prelibato che parla di Cibo e Cultura. I partecipanti, golosi di bellezza e d’arte, vengono da ogni angolo del creato. Governante e regina della magione è la Lauretta, colei che tutto tiene a bada, sbenedizionando a destra e a manca col mestolo disinvolto, la cucina sopraffina e la ciabatta lesta quanto la lingua. Ma d’improvviso, accade l’impensabile. Il variopinto bouquet d’umani si trova rinchiuso, sprangato per un tempo assai più lungo di quello immaginato. Una clausura involontaria, un perimetro stretto stretto, anche se straordinario. Che ne sarà dei nostri sventurati, alla ventura? Sconosciuti gli uni agli altri. In fondo anche a se stessi. E non potendo più uscire, che si fa? Ci si ispira al Decameron del Ser Boccaccio, si raccontano novelle! Tutti diventano oratrici e oratori per ritrovar l’allegrezza certo, ma in verità per dire assai di più. Questi umani vi narreranno di vergini non più di primo pelo, di principesse e malocchi, di donne che hanno battagliato per stare in prima fila e di poeti e poetesse dimenticati che sono rimasti in ultima, di madri coraggio, di poliziotti e regine unti in ogni pertugio, di matite spezzate, nonni muratori e d’amori rotti ma profumati. Insomma, in questa storia c’è tutto. E anche qualcosa in più. Vi potete fidare se lo dico io. Ah, lasciate che mi presenti. V’accompagnerò durante tutto il racconto, alla scoperta di questa straordinaria commedia umana. Mi chiamo Rollone il Vichingo e rappresento quanto di più perfetto esista in natura: sono un gatto, dal pelo fulvo. Io vedo e so. Molto più di ciò che dico. Sempre. In questa storia a furia di narrare e toccarsi con parole, tutti, alla fine, faranno la cosa più coraggiosa del mondo. Si riveleranno per quello che sono: uno spettacolo misterioso, una frittatona saporita come solo gli umani sanno essere. Parola di Rollone. Un gatto che parla. Che assurdità, direte. Eppure, succede, stolti. Non è una fiaba e neanche un capriccio. Provate a concentrarvi e a credere. E capirete che è solamente vita.

Chiara Francini, l'autrice

Chiara Francini, nata a Firenze e cresciuta a Campi Bisenzio, è una scrittrice e attrice di teatro e cinema. Collabora con “La Stampa” come editorialista. Per Rizzoli ha pubblicato i romanzi bestseller ‘Non parlare con la bocca piena' (2017), ‘Mia madre non lo deve sapere' (2018) e ‘Un anno felice' (2019).

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