Marcia contro Israele a Eurovision 2025, Yuval Raphael: “Mi aspetto critiche, ho provato con rumori di sottofondo”

Mancano poche ore all'esibizione di Yuval Raphael, la concorrente israeliana con New Day Will Rise all'Eurovision Song Contest 2025. La cantante infatti, salirà sul palco durante la seconda semifinale, nello slot numero 14, per provare a conquistare la finale della kermesse. Si tratterebbe dell'ennesima opportunità per Israele di conquistare la sua quinta vittoria all'Eurovision Song Contest, l'ultima nel 2018 con Toy di Netta. Ma, come accaduto nella scorsa edizione, che vide la partecipazione di Eden Golan, con proteste e fischi durante la sua esibizione, quest'anno Yuval Raphael sta affrontando una dura opposizione del pubblico, ma non solo. Nelle scorse ore, circa 200 manifestanti con bandiere palestinesi, si sono riversati tra le strade di Basilea, città che ospita l'edizione 2025 della kermesse: gli stessi hanno chiesto la fine dell'offensiva militare israeliana, ma anche un intervento da parte dell'Ebu nei confronti della concorrente israeliana. Un terreno scomodo che l'organizzazione dell'Eurovision aveva dovuto affrontare anche lo scorso anno con Golan, soprattutto in merito alla somiglianza tra ciò che era accaduto alla Russia solo un anno prima.
Perché Yuval Raphael è una delle concorrenti più criticate dell'Eurovision Song Contest 2025
Infatti, dopo la mancata partecipazione della Russia nel 2022, dettata dall'invasione in Ucraina, c'è chi aveva richiesto le stesse modalità nei confronti di Israele. Le proteste, quest'anno, si sono rivolte anche al personaggio Raphael: la cantante è infatti una delle sopravvissute all'attacco di Hamas al Festival Musicale Nova dello scorso 8 ottobre 2023. La cantante, nei mesi successivi, aveva rivelato: "Mi sono nascosta sotto un corpo, era ricoperto di sangue, mi sono sporcata con quel sangue. C’era un mare di corpi sopra di noi, non riuscivo a respirare. Intrappolata e temendo per la mia vita, ho assistito a orrori indicibili: amici e sconosciuti sono stati feriti e uccisi davanti ai miei occhi. Ho capito che nascondermi sotto di loro era l'unico modo per sopravvivere all'incubo".
La lettera dei 72 ex concorrenti che chiedono l'esclusione di Yuval Raphael
Questa narrazione, legata anche all'immaginario del brano New Day Will Rise, presentato in quest'edizione della kermesse, ha creato più di qualche polemica. Solo qualche giorno fa, attraverso il sito Artist For Palestine, era arrivata una lettera firmata da 72 ex concorrenti della kermesse, tra ballerini e cantanti. Tra di loro anche Salvador Sobral (Portogallo), Mae Muller (Regno Unito), Charlie McGettigan (Irlanda) oltre ad alcune rappresentanze di Islanda e Finlandia. Nella lettera veniva richiesta l'estromissione da Israele dalla competizione, ma anche il canale televisivo Kan, complice "nel genocidio di Israele contro i palestinesi di Gaza, nel regime di apartheid che dura da decenni, nell’occupazione militare ai danni del popolo palestinese".
La risposta della cantante alla BBC e il comunicato di EBU sulla presenza israeliana all'Eurovision
Nel frattempo, Raphael che ha concesso poche interviste, di cui una alla BBC durante la kermesse, ha sottolineato come si aspetti di ricevere lo stesso trattamento di Golan: "Ho provato con rumori di sottofondo per non essere distratta, ma siamo qui per cantare e canterò con tutto il cuore per tutti". È in programma un'altra protesta, sabato sera, nel cnetro di Basilea, a 3,2 chilometri dalla St. Jakobshalle Arena, che ospiterà la finale. Nel frattempo si è espressa anche l'EBU (Unione Europea di Radiodiffusione) sulla partecipazione di Israele. Il comitato ha sottolineato che Israele è rappresentato dalla sua emittente pubblica, Kan, e non dal governo. Successivamente ha ricordato ai partecipanti di rispettare i valori di universalità, diversità, uguaglianza e inclusività, promossi dall'Eurovision.