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Covid 19

Covid-19, la scrittrice Lidia Ravera: “Perché tabaccai aperti e librerie chiuse?”

L’appello lanciato dalla scrittrice ed ex Assessore alla cultura della Regione Lazio Lidia Ravera su Facebook per la riapertura delle librerie: “I tabaccai sono aperti, ma le librerie sono chiuse. Fumare sì, è essenziale. Leggere è superfluo”. E poi l’appello al ministro Dario Franceschini: “Riapri le librerie, con tutte le cautele del caso, ma riaprile”.
A cura di Redazione Cultura
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Un appello che fa discutere. Quello #librerieaperte lanciato l'altro giorno dalla scrittrice (ed ex Assessore alla Cultura e Politiche giovanili nella Regione Lazio) Lidia Ravera per la riapertura delle librerie italiane durante l'emergenza coronavirus. Naturalmente in tutta sicurezza e seguendo protocolli rigidi, come nei supermercati e in tutti quegli esercizi commerciali aperti per necessità.

Dunque: i tabaccai sono aperti, ma le librerie sono chiuse. Fumare sì, è essenziale. Leggere è superfluo. Chiusi in casa, in eremitaggio, accendiamoci una sigaretta in più, ma non prendiamo in mano un libro, no, questo mai. Non sfruttiamo questa strana pace coatta, questa sosta nel turbinare di tutte le distrazioni possibili, per leggere, per incominciare o ricominciare a leggere, per imparare a leggere. Per leggere. Se avessi avuto bisogno di indizi ulteriori per giustificare la sensazione che mi ha fatta soffrire per tutti i 5 anni in cui sono stata assessore alla cultura della regione Lazio, questa chiusura selettiva, questa discriminazione fra l’essenziale e il superfluo sul piano degli esercizi commerciali, sarebbe l’indizio principale, la prova definitiva che trasforma un sospetto in realtà: ai professionisti della politica importa ben poco della cultura.

A chiedere con vigore la riapertura delle librerie  è l'autrice di "Le seduzioni dell'inverno" e "Porci con le ali", che nel 2019 è tornata in libreria con "L'amore che dura". Il suo appello su Facebook ha ricevuto diversi consensi, ma anche critiche da parte di chi ritiene fondamentale in questa fase fare tutti uno sforzo comune per limitare le relazioni sociali. Tuttavia, la contraddizione tra tabaccai aperti per vendere sigarette e librai chiusi per i libri, resta.  Da qui l'appello al ministro Franceschini per la riapertura e il lancio dell'hashtag #librerieaperte:

Mi rivolgo a Lei (a te) ministro Dario Franceschini – pagina ufficiale, che sei anche scrittore e alla cultura ci tieni: riapri le librerie, con un commesso solo, con le mascherine, con i guanti, con l’ingresso di due clienti per volta, con il numerino come fuori dal supermercato, con l’amuchina, il disinfettante, con tutte le accortezze necessarie per tutelare lavoratori e titolari…ma riaprile. Permetti ai piccoli librai di fare servizio a domicilio come può fare il colosso Amazon, e di portare a casa dei cittadini un buon libro, così come si può portare una pizza o un sacchetto di arance.
I libri sono generi di prima necessità. Come il pane. E senza questo pane, in questo momento, rischiamo di morire di fame.
Chiediamolo tutti. Per il bene di tutti.

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