13 CONDIVISIONI

Biennale teatro 2016: Chi è Declan Donnellan, il Leone d’oro alla carriera

Ieri sono stati annunciati i Leoni d’oro alla carriera per le discipline di musica, danza e teatro della Biennale di Venezia. L’ambito riconoscimento per le arti sceniche è andato a Declan Donnellan, regista inglese 63enne, che ha fatto della fedeltà al testo, del dialogo con il pubblico contemporaneo e della grande fiducia negli attori la sua cifra stilistica.
A cura di Andrea Esposito
13 CONDIVISIONI
Immagine

Ieri il Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia, presieduto da Paolo Baratta, ha annunciato i Leoni d’oro alla carriera per ciascuna delle discipline del festival: danza, musica e teatro. A conquistare l’ambito riconoscimento nell’ambito delle arti sceniche è il regista inglese Declan Donnellan.

Come spesso accade molti dei registi a cui viene attribuito il riconoscimento sono per lo più sconosiuti al pubblico italiano e questo si verifica per due motivi fondamentali: il primo, che il Italia e soprattutto da Roma in giù, il teatro internazionale è davvero poco circuitato; il secondo, è che assegnando un premio all’anno risulta davvero difficile individuare nomi che abbiamo una certa riconoscibilità persino tra gli addetti ai lavori.

Ricordo ancora quando nel 2014 il Leone d’oro fu assegnato a Jan Lauwers, regista senz’altro meritvole, ma davvero sconosciuto in Italia, tant’è che su internet non esisteva nemmeno una pagina su di lui o un’intervista in italiano. Ma il caso di Donnellan è un po’ diverso e, secondo me, si configura quasi come una scelta politica o quantomeno molto orientata a un discorso complessivo sul teatro contemporaneo.

A partire dalle motivazioni che suonano come un manifesto per un teatro futuribile: “Per la sua profonda fiducia nel testo. Per la sua capacità di avvicinare i testi classici al pubblico contemporaneo conservando intatta la capacità di lettura. Per aver messo gli attori al centro del suo lavoro riuscendo ad ottenere il meglio da loro. Parlare degli spettacoli di Declan Donnellan è parlare di un immenso lavoro in campo attorale”.

Insomma, fedeltà al testo, dialogo con il pubblico contemporaneo, grande fiducia negli attori. Questi tre elementi sono, non a caso, i pilastri fondamentali su cui il teatro può ricostruire il proprio rapporto di fiducia con il pubblico e, a guardar bene, suonano quasi come una critica al teatro di regia e di sperimentazione che, al contrario, è molto più orientato a tradire il testo, a occuparsi poco del pubblico e a trattare l’attore come una “grande marionetta”.

Ma quindi chi è Declan Donnellan? Rovistando nel mio archivio ho ritrovato una biografia autorizzata che mi fu inviata dalla sua compagnia “Cheek by Jowl” in occasione della sua venuta a Napoli, al Teatro Festival nel 2011, dove presentò un suo storico allestimento: “The Tempest” di William Shakespeare. Un lavoro che mi colpì molto per qualità e semplicità.

Donnellan nasce in Inghilterra nel 1953 e studia legge al Queens’ College di Cambridge. All’età di 28 anni però si dedica al teatro e fonda, insieme con lo stage director Nick Ormerod, la compagnia “Cheek by Jowl”. Da allora ha portato in scena più di 30 produzioni in 40 paesi, tra cui 16 Shakespeare. Ha inoltre diretto spettacoli tratti da testi di Sofocle, Racine, Corneille, Lessing, Thackeray, de Musset e Ostrovsky. Nel 1989 ha scritto e diretto lo spettacolo “Lady Betty”. Per la Royal Shakespeare Company Donnellan ha diretto The School of Scandal, King Lear, Great Expectations. Ha inoltre realizzato Le Cid per il Festival di Avignone, The Winter’s Tale per il Maly Drama Theatre di San Pietroburgo su invito di Lev Dodin e Andromaque di Jean Racine al Bouffes du Nord invitato da Peter Brook. Ha firmato la regia di Falstaff, diretto da Claudio Abbado, al Festival di Salisburgo, e realizzato i balletti Romeo e Giulietta e Amleto per il Teatro Bolshoi.

Ha ottenuto moltissimi riconoscimenti internazionali da Mosca a Parigi, New York e Londra, incluso l’Olivier Award e il Golden Mask Theatre Award del Teatro Mikhailovsky di San Pietroburgo. I suoi spettacoli hanno debuttato nei più importanti festival internazionali da Avignone al Chekhov International Theatre Festival dove è stato anche invitato per tenere workshop e seminari. Il suo libro “The Actor and the Target”, dal titolo già molto esplicativo del suo tipo di teatro, è stato tradotto in più di quindici lingue, incluso il cinese. Nel 2010 è stato nominato Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres dal governo francese.

13 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views