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Bernie Sanders come Bob Dylan in We are the world: quando lo spaesamento diventa meme

I guanti di Bernie Sanders spopolano sul web. L’atteggiamento del senatore socialista del Vermont, infreddolito, stanco, probabilmente annoiato dalla cerimonia di insediamento di Joe Biden, è diventato un meme da milioni di convidisioni che racconta della condizione di spaesamento in cui tutti noi possiamo identificarci.
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Esiste una ragione per cui Bernie Sanders e i suoi guanti stanno diventando così virali? Assumendo, di volta in volta, le fattezze di un impareggiabile meme che sta facendo letteralmente scoppiare il web anche tra coloro che del vecchietto socialista del Vermont, fino all'insediamento di Joe Biden, non ne sapevano nulla? Diciamo la verità: anche se ai consessi della sinistra radical d'Europa e alle élite delle grandi metropoli USA la candidatura di Bernie Sanders sarebbe stata di gran lunga preferibile a quella di Biden, la verità è che "Bernie" non ha mai avuto reali possibilità (né quattro anni fa, né alle ultime elezioni del 2020) di arrivare a contendere il titolo di presidente della più grande potenza mondiale. E probabilmente (mai dire mai visto che tra quattro anni Bernie avrà 83 anni, uno in meno del presidente eletto Joe Biden) non lo diventerà mai.

Eppure, dall'altro ieri, le immagini del senatore classe '41, accovacciato durante la cerimonia di insediamento, infreddolito, stanco, probabilmente annoiato da tutti quei salamelecchi e discorsi istituzionali, con le mani fasciate dai guanti colorati realizzati con materiale riciclato della sua terra, stanno facendo il giro del web riscuotendo un successo senza precedenti. Sono in molti a identificarsi in quel sincero atteggiamento di adesione/non adesione al contesto come quello che ha immortalato uno dei pochi a dirsi apertamente "socialista" negli Stati Uniti fino all'altro ieri governati dal sovranista Donald Trump. Seduto su una sedia pieghevole, con la sua giacca pesante e i guanti "montanari", le braccia e le gambe incrociate: il popolo del web ha incoronato Bernie Sanders come star indiscussa del giuramento dell'altro ieri a Capitol Hill.

Come fece quella volta che tirò fuori dalla cesta dei ricordi l'immagine di Bob Dylan durante la registrazione del video di We are the world, celebre pezzo realizzato a scopi benefici, in cui il cantautore di Duluth premio Nobel per la Letteratura 2016restava impalato a canticchiare i versi della famosa canzone, ancheggiando perplesso e assente in mezzo agli sguardi felici e allegri delle star dell'epoca, da Michael Jackson e Lionel Ritchie. Lo spaesamento come cifra del nostro stare al mondo, anche se si tratta di una giusta causa. Dimensione che appartiene a tutti noi. Ecco perché Bernie Sanders, anche se non è diventato presidente degli Stati Uniti, con i suoi guanti ha stravinto alla cerimonia di insediamento per Joe Biden e non solo.

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Scrittore, sceneggiatore, giornalista. Nato a Napoli nel 1979. Il suo ultimo romanzo è "Le creature" (Rizzoli). Collabora con diverse riviste e quotidiani, è redattore della trasmissione Zazà su Rai Radio 3.
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