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Processo sulla morte di Stefano Cucchi

Cucchi, spunta nuova testimonianza: “Fu pestato prima di entrare in aula”

L’avvocato Maria Tisa ha inviato una lettera a Ilaria Cucchi nella quale afferma di aver visto Stefano mentre si avviava verso l’aula “con il volto recante tumefazioni e difficoltà nel camminare”.
A cura di Biagio Chiariello
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Stefano Cucchi "fu vittima di un pestaggio avvenuto poco prima del suo ingresso in aula per la convalida del fermo". Ad affermarlo è l’avvocato Maria Tiso che avrebbe contattato, soltanto recentemente, la sorella 31enne arrestato per droga il 16 ottobre del 2009 e deceduto sei giorni dopo presso la struttura protetta dell'ospedale Sandro Pertini in cui era ricoverato. Il nuovo testimone in una lettera ha raccontato a Ilaria Cucchi quanto visto davanti all’aula 17 del tribunale il giorno in cui il fratello venne arrestato. Ora Fabio Anselmo, legale dei Cucchi, ha chiesto alla Corte d’Appello sia di acquisire la testimonianza.  Maria Tiso afferma di aver visto Stefano arrivare in aula con “il volto, ed in particolare gli occhi, estremamente arrossato e gonfio” e con “un’aria molto provata“. Nel dirigersi in aula, Cucchi “aveva difficoltà a camminare; appariva come irrigidito nella coordinazione della deambulazione e se non ricordo male, non sollevava del tutto i piedi da terra ma sembrava trascinarli in avanti ad ogni passo”, scrive ancora l’avvocato.

Cucchi pestato prima di entrare in aula?

Questa testimonianza di fatto contrasta con la ricostruzione del Pg, Mario Remus, che lo scorso 23 settembre ha chiesto il ribaltamento della sentenza di primo grado e la condanna di tutti gli imputati del processo. Maria Tisa darebbe riscontro alla tesi dell’avvocato di parte civile, Fabio Anselmo, secondo cui il pestaggio sarebbe prima dell’udienza di convalida. Per il Pg Mario Remus, invece, dopo quell’udienza. La certezza della parte civile è che Stefano “è morto di un dolore costante e crescente dovuto al pestaggio, è morto di tortura per le sofferenze che gli sono state inflitte – continua il legale – Dire che non è morto per le lesioni è ipocrita. Lui ormai non può dire chi è stato a pestarlo, dobbiamo dirlo noi. Pare come il gioco ‘lo schiaffo del soldato’, dove l’autore non viene scoperto ma rotea solo il dito”.

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