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Crollo ponte, Toninelli: “Conviene nazionalizzare le autostrade, servizio sarebbe migliore”

Il ministro spiega perché l’idea della nazionalizzazione sarebbe vincente: “Pensi a quanti ricavi e margini tornerebbero in capo allo Stato attraverso i pedaggi, da utilizzare per rafforzare qualità dei servizi e sicurezza delle nostre strade. Autostrade ha accumulato 10 miliardi di utili in 15 anni”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Come si può pensare che i vertici di un'azienda che non è stata in grado di evitare una strage, facendo ciò che era obbligata per contratto a fare, cioè la manutenzione, possano rimanere al proprio posto? È semplicemente disumano". E' l'attacco del ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, intervistato dal Corriere della Sera. Il titolare del MIT torna a chiedere le dimissioni dei vertici di Autostrade dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, specificando che è vero che la società è privata, ma non lo è "il servizio pubblico che avrebbe dovuto garantire. Quindi oltre che legittima", ritiene la richiesta "assolutamente doverosa".

Toninelli ribadisce che "non ci sarà alcuno scambio tra eventuali opere di risarcimento danni a cose e beni, semplicemente doverose e scontate, e la procedura di ritiro della concessione già avviata. A parte che ricostruire il ponte è comunque un obbligo in capo al concessionario". Sulla possibilità che sia lo stesso Stato a ricostruirlo, e sull'effettiva capacità di realizzarlo, il ministro pentastellato sottolinea: "Difficile per lo Stato fare peggio di quello che abbiamo visto il 14 agosto".

Il ministro inoltre non ha dubbi che la nazionalizzazione "sarebbe conveniente. Pensi a quanti ricavi e margini tornerebbero in capo allo Stato attraverso i pedaggi, da utilizzare non per elargire dividendi agli azionisti, ma per rafforzare qualità dei servizi e sicurezza delle nostre strade. Autostrade ha accumulato 10 miliardi di utili in 15 anni". Nel frattempo, "il concessionario resta obbligato a proseguire nell'ordinaria amministrazione". Alla richiesta di autocritica da parte del Movimento 5 Stelle sulla Gronda, l'opera autostradale che avrebbe potuto alleggerire il traffico sul ponte, il ministro risponde che "è un falso problema, meschinamente strumentalizzato in questi giorni, non siamo assolutamente contrari alle grandi opere utili. Anzi, ne servono tante al Paese. Ma qui c'è un problema diverso, di manutenzione ordinaria e straordinaria dell'esistente".

Sulla Gronda però il sottosegretario Rixi non ha dubbi, e ha detto che l'opera vedrà la luce. La posizione della Lega sembra quella di una maggiore apertura. Il ministro commenta così: "E' in corso l'analisi costi benefici. Non abbiamo pregiudizi, ma solo la volontà comune di fare bene senza sprecare un solo euro".

Toninelli spiega che presto potranno essere rese note tutte le parti, ora secretate, dei contratti stipulati tra Stato e società esterne, come quello siglato con Autostrade appunto: "Non può esistere segreto commerciale o di Stato di fronte a contenuti di preminente interesse pubblico. Staimo per mettere fine alla opacità che ha garantito il patto incoffessabile tra vecchia politica e vecchi potentati economici".

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