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Cosa dice la proposta di legge della Lega che agevola la detenzione delle armi

La Lega ha presentato una proposta di legge in cui verrebbero agevolate le condizioni per detenere un’arma, aumentando da 7,5 a 15 joule il discrimine tra le comuni armi da sparo e quelle per cui non è necessario richiedere una licenza. In questo modo, secondo la deputata leghista Cattoi, si potrebbe rispondere all’esigenza di difesa personale che l’attuale iter per entrare in possesso di un’arma “tende a ostacolare”.
A cura di Annalisa Girardi
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Dopo l’approvazione in via definitiva della riforma sulla legittima difesa, circa 70 membri della Camera hanno sottoscritto una proposta di legge presentata lo scorso 11 ottobre dalla deputata del Carroccio, Vanessa Cattoi, che rende “più agevole l’iter per acquistare un’arma destinata alla difesa personale”.

Matteo Salvini visita uno stand alla fiera delle armi di Vicenza, lo scorso novembre.
Matteo Salvini visita uno stand alla fiera delle armi di Vicenza, lo scorso novembre.

Il passaggio chiave del testo della proposta sarebbe l’aumento da 7,5 a 15 joule, l’unità di misura che calcola l’energia cinetica scaricata nell’impatto dal proiettile, nel criterio che distingue tra le armi comuni da sparo e quelle per cui non è necessario fare la richiesta del porto d’armi. Presentando la proposta alla Camera, l’onorevole Cattoi ha dichiarato che oggi nel nostro paese non è affatto semplice procurarsi un’arma da fuoco, se si vuole farlo nel rispetto della norma. La richiesta di detenzione del porto d’armi può essere presentata in base a tre differenti finalità, ossia l’uso venatorio (la caccia), quello sportivo, e per difesa personale. Mentre nei primi due casi è sufficiente presentare domanda e seguire poi una semplice procedura amministrativa, nel terzo caso la questione si complica notevolmente.

La deputata ha sottolineato come solo un ristretto numero di persone possa ricevere l’autorizzazione al possesso di un’arma per difesa personale, e ciò avviene solo in seguito a lunghe procedure in cui, oltre a dover dimostrare di saper effettivamente maneggiare correttamente l’arma in questione, bisogna anche passare dei test sullo stato psico-fisico. Non solo: generalmente la licenza in questi termini viene assegnata anche in base del lavoro svolto. Benzinai e gioiellieri, la cui professione espone più facilmente a dei rischi per la sicurezza personale, sono agevolati nel ricevere il permesso di detenere e trasportare un’arma. Questo tipo di licenza, che consente anche lo spostamento dell’arma sono di gran lunga inferiori a quelle concesse per la detenzione di un’arma in casa, che nel nostro paese sono poco più di 5 milioni.

Per quanto riguarda invece i primi due casi, per cui è molto più agevole ottenere l’autorizzazione, ogni anno vengono presentate circa 1 milione di richieste. Secondo la deputata Cattoi, tuttavia, questo dato nasconde un’informazione importante. Secondo l’onorevole leghista, infatti, le richieste per uso venatorio sarebbero in realtà solo un “pretesto per avere un’arma in casa per difendersi dai malviventi”, cioè risponderebbero ad un bisogno di difesa personale piuttosto che ad un interesse per la stagione di caccia.

Cattoi ha poi illustrato come negli ultimi dieci anni siano diminuite le iscrizioni alle associazioni venatorie, mentre aumentavano le richieste di licenza proprio sotto questa voce. Per la parlamentare leghista, aumentando fino a 15 joule il discriminante per detenere un’arma senza doverne richiedere l’autorizzazione, sarebbe più facile rispondere alla richiesta dei cittadini di esercitare la propria difesa personale. Un bisogno che l’iter attuale ostacola.

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