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Chi è Carola Rackete, la comandante della Sea Watch che ha sfidato Salvini

Carola Rackete, la giovane capitana della Sea Watch che ha appena infranto il divieto di Matteo Salvini decidendo di entrare in acque territoriali italiane e di dirigersi verso il porto di Lampedusa e che ora rischia una multa fino a 50.000 euro, non si è sempre occupata di soccorrere naufraghi nel Mediterraneo. Ha anche una laurea in Conservazione ambientale, ha studiato 5 lingue e per anni ha solcato i mari ghiacciati del Circolo Polare Artico. La donna è stata arrestata dalla Guardia di Finanza all’alba del 29 giugno.
A cura di Annalisa Girardi
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Passaporto tedesco, 31 anni e una vita in mare. Carola Rackete (arrestata la notte del 29 giugno 2019) è la capitana della Sea Watch 3 che ha infranto il divieto di Matteo Salvini decidendo di entrare in acque territoriali italiane e di dirigersi verso il porto di Lampedusa, dopo due settimane in alto mare, con decine di migranti bloccati a bordo. Per il gesto Carola rischia anche una multa fino a 50.000 euro per aver soccorso 53 persone nel Mediterraneo e averle condotte verso le coste italiane, ma prima di ritrovarsi a lottare contro le politiche migratorie del Viminale ha studiato cinque lingue, si è laureata in conservazione ambientale alla Edge Hill University nel Lancashire e ha navigato nei mari ghiacciati del Circolo polare artico.

A soli 23 anni è al timone di una nave rompighiaccio nel Polo Nord per uno dei maggiori istituti oceanografici tedeschi, l'Alfred Wagner Institute. A 25, invece, diventa secondo ufficiale della Ocean Diamond, con cui effettua altre spedizioni polari. A 27 è a bordo della Arctic Sunrise di Greenpeace, per poi iniziare a pilotare piccole barche che si spingono fino alle acque più a nord del pianeta, fra le isole Svalbard nel mar Glaciale Artico, e lavorare al fianco della British Antartic Survey.

Nel 2016 comincia a collaborare con la Sea Watch e all'impegno per l'ambiente e la natura accosta quello politico. Diventa volontaria specializzata in aiuto umanitario e soccorso in caso di calamità: occupa quindi la posizione di coordinatrice e responsabile dei contatti con Moonbird e Colibrì, i due aerei di ricognizione dell'organizzazione tedesca.  Lo scorso 12 giugno soccorre 53 persone a largo della Libia, ma si rifiuta di riportale a Tripoli e diventa bersaglio di critiche da parte di quel sovranismo europeo che contrasta e criminalizza le Ong nel Mediterraneo. Il ministro Salvini la definisce una "sbruffoncella che fa politica sulla pelle degli immigrati", ma lei piuttosto si racconta così: "La mia vita è stata facile, ho potuto frequentare tre università, sono bianca, tedesca, nata in un Paese ricco e con il passaporto giusto. Quando me ne sono resa conto ho sentito un obbligo morale: aiutare chi non aveva le mie stesse opportunità".

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