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Cesare Battisti libero: il Brasile dice no all’estradizione

Dopo una reclusione di 4 anni e 52 giorni, Cesare Battisti è uscito dal carcere dove era recluso da uomo libero. Con 6 voti contro 3 la Corte Suprema brasiliana ha negato l’estradizione dell’ex terrorista. Indignazione da tutto il mondo politico italiano.
A cura di Biagio Chiariello
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Italian leftist Cesare Battisti leaves p

Cesare Battisti ha lasciato il carcere di Papuda, nella periferia di Brasilia, da uomo libero. Al termine di una lunga seduta nella capitale dello stato sudamericano la Corte Suprema brasiliana ha deciso di scarcerare "incondizionatamente" l'ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo (Pac), con 6 voti favorevoli e 3 contrari. I motivi secondo il Tribunale Supremo federale del Brasile è che l'Italia non ha alcun diritto di chiedere l'estradizione contro la decisione dell'ex presidente brasiliano Lula che aveva invece deciso di concedere l'asilo politico al brigatista condannato in contumacia per quattro omicidi durante gli anni di piombo.

Al momento dell'uscita dal carcere poco dopo la mezzanotte (le 05.00 in Italia) Battisti , 56 anni, in compagnia dei suoi legali è apparso visibilmente rilassato, limitandosi ad un gesto con la mano. Ai cronisti presenti non ha rilasciato dichiarazioni, ma uno dei suoi avvocati ha dichiarato: “Mi ha detto che ha scelto di vivere in Brasile, probabilmente per lavorare come scrittore, qui ha molti amici”.

L' annosa e intricata vicenda giudiziaria dell'ex terrorista italiano, che si trascina dal 18 marzo 2007, giorno in cui Battisti fu arrestato a Rio, è dunque un caso chiuso.

Commenti di indignazione da parte delle istituzioni italiane. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, "prende atto con profondo rammarico" della decisione della Corte Suprema brasiliana che "oltre ad offendere il diritto alla giustizia per le vittime dei crimini di Battisti, appare contraria agli obblighi sanciti dagli accordi internazionali che legano i due paesi". In realtà il Tribunale ha chiarito che da parte di Lula non vi è stata alcuna violazione del trattato di estradizione in vigore tra Brasile e Italia. Frattini aggiunge che vi sono possibilità che l'Italia faccia ricorso alla Corte internazionale dell'Aja.

Commenti analoghi anche dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che "deplora la decisione dei Brasile" e assicura che "appoggerà tutti i passi internazionali dell'Italia" per correggerla. Sulla stessa scia anche Silvio Berlusconi che si è detta "rammaricato" per la conclusione della vicenda, ma ha ribadito che "continueremo la nostra azione".

Infine, non lascia spazio al casola dichiarazione Bruno Berardi, figlio del maresciallo di polizia Rosario, ucciso dalle Br nel 1978: "Il Brasile ha detto che il terrorista assassino Battisti è libero infischiandosene delle leggi del nostro Paese. Noi vittime proponiamo al nostro governo di ritirare la nostra partecipazione dai mondiali di calcio e da altre manifestazioni organizzate in Brasile compreso lo stop commerciale da e per il Brasile", ha detto Berardi, esponente di Fiamma Tricolore. "Faremo una campagna denigratoria contro il Brasile – aggiunge – e contro i brasiliani che hanno accolto una serpe nel loro Paese venendo meno ad un comportamento logico che doveva restituirci l'assassino Battisti per fargli pagare i suoi omicidi".

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