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Catalogna, Rajoy al governatore Puigdemont: “Rinuncia a dichiarare lʼindipendenza”

Il presidente catalano Carles Puigdemont, 3 giorni dopo il contestato referendum sull’indipendenza: “Siamo aperti al dialogo e rispetteremo le altre posizioni, ma saremo risoluti. Realizzeremo il nostro sogno”. Il premier però non ci sta…
A cura di Biagio Chiariello
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Il premier Mariano Rajoy ha chiesto al presidente della Catalogna Carles Puigdemont di rinunciare alla Dichiarazione unilaterale di indipendenza per "evitare mali maggiori" e di "tornare alla legalità". Una rinuncia "nel più breve tempo possibile", ha detto, sarebbe "la soluzione migliore". Mercoledì sera, il governatore aveva confermato che la Catalogna procederà con la dichiarazione d'indipendenza, ma aveva chiesto anche una mediazione nella crisi con Madrid. "La soluzione migliore, e credo la condividiamo tutti, è il ritorno alla legalità", ha replicato Rajoy.

Il re doveva "rispettare tutti i catalani", invece ha deciso di sostenere solo le tesi di Madrid e quindi "ha deluso tante persone" che spesso sono state al suo fianco. Ha detto il presidente catalano, 3 giorni dopo il contestato referendum sull'indipendenza, giudicando Madrid "irresponsabile" per non avere ascoltato la voce della Catalogna. Re Felipe VI di Spagna "non ha parlato dei catalani che sono stati vittime della brutalità della polizia" e "avrebbe avuto l'opportunità per rivolgersi a tutti i cittadini, poiché dovrebbe rispettare tutti", invece "ha deciso semplicemente di sostenere il governo spagnolo", ha detto il presidente della Generalitat. Le politiche del premier spagnolo Mariano Rajoy "sono state catastrofiche in relazione alla Catalogna", ha aggiunto il governatore nel discorso che ha tenuto nel salone Mare de Deu de Montserrat. E ha accusato re Felipe di "aver fatto sue quelle politiche".

La Catalogna andrà avanti col piano per l’indipendenza

Quindi ha aggiunto: "Il mio governo sarà sempre impegnato a favore della pace, ora occorre una mediazione. Pace, dialogo e accordi fanno parte della cultura politica del nostro Paese". Ma rimarca il fatto che “non abbiamo avuto una risposta positiva dal governo spagnolo: credo sia stato irresponsabile da parte governo non avere ascoltato le richieste della Catalogna di discutere di questo sul piano politico anziché di ricorrere alla polizia", ha detto ancora il presidente della Generalitat, ribadendo tuttavia che "noi porteremo avanti impegno che abbiamo deciso di intraprendere" e "realizzeremo il nostro sogno". Anche il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani ha auspicato un dialogo “nel rispetto del quadro costituzionale”.

Rajoy respinge la proposta di mediazione di Podemos

Nel frattempo da Madrid arriva il no del premier alla proposta di appoggiare un tavolo di mediazione sulla crisi catalana avanzata dal segretario di Podemos Pablo Iglesias. Quest’ultimo aveva detto di esser stato in contatto nelle ultime ore con gli stessi Rajoy e Puigdemont. Secondo fonti della Moncloa, il governatore catalano deve prima rinunciare a una dichiarazione di indipendenza dopo il referendum di domenica. E la situazione resta tesa. Il capo dei Mossos d'Esquadra (la polizia locale) Josep Lluis Trapero è indagato per sedizione dalla magistratura spagnola, dopo che alcuni poliziotti si sono rifiutati di eseguire gli ordini del governo di Madrid. Quest’ultimo deciso di prolungare almeno fino all’11 ottobre la missione di rinforzi in Catalogna, che avrebbe dovuto terminare domani. Sono almeno 10mila gli agenti di polizia e Guardia Civil che si trovano nella regione da giorni e che domenica scorsa hanno cercato di impedire anche con la violenza il referendum indipendentista proclamato dalla Generalitat di Barcellona.

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