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Caso Ruby, Lele Mora: “La marocchina è stata portata ad Arcore da imprenditori milanesi”

A margine di una conferenza stampa Lele Mora ha detto la sua sul caso Ruby. L’agente si definisce “un’anima pura” e dichiara di non aver portato ad Arcore la giovane marocchina.
A cura di Alfonso Biondi
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Caso Ruby

Tutti zitti, parla Mora. Dopo Nicole Minetti ed Emilio Fede, anche LeleMora esce allo scoperto e dice la sua sul caso Ruby. Il famoso agente non si scaglia contro nessuno dei due co-indagati e, a margine di una conferenza stampa, dichiara: "Io, Minetti e Fede siamo come i tre capponi di Renzo nei Promessi Sposi, che si beccano tra di loro. Ma è senza senso scaricare le colpe da uno all'altro". Il richiamo, non troppo velato, è alla memoria difensiva presentata da Nicole Minetti alla Procura di Milano lo scorso 18 aprile nella quale venivano scaricate su Fede e sullo stesso Mora tutte le responsabilità del caso. L'agente, però, ha tenuto a discolparsi e a sottolineare la propria condotta integerrima: "Sono un'anima pura, non ho fatto niente".

Mora  racconta anche che a portare la giovane marocchina ad Arcore non è stato lui, né tantomeno Emilio Fede. A portare Ruby nella dimora di Silvio Berlusconi sarebbero stati infatti alcuni imprenditori milanesi che non risultano indagati nel processo. Tuttavia fare i nomi, a suo dire, servirebbe a poco dal momento che "ad Arcore non è successo nulla di quello che scrivono i giornali". E sul processo:

Dimostrerò in tribunale di non aver fatto niente di quanto vengo accusato. Fede non ha fatto la mazzetta sui soldi che Berlusconi mi aveva prestato: a lui ho soltanto ridato i soldi che mi aveva anticipato. Credo nella giustizia e spero che venga prosciolto come in Vallettopoli: sono estraneo a tutto.

L'udienza preliminare del processo in questione è fissata per il 27 giugno. Nicola Avanzi, legale di Mora, ha fatto sapere che non verranno chiesti riti alternativi. Per l'avvocato non ci sono i presupposti di un rinvio a giudizio e per questo verrà chiesto il proscioglimento. Nel caso poi si debba andare a processo Avanzi si dichiara pronto ad affrontarlo. L'agente, insieme a Nicole Minetti e a Emilio Fede, è indagato per induzione e favoreggiamento della prostituzione, anche minorile.

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