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Caso Regeni, governo egiziano smentisce NY Times: “Mai catturato dalla polizia”

Una nota ufficiale del Ministero degli Interni egiziano smentisce la tesi dell’arresto di Giulio Regeni da parte della polizia del Cairo. Tesi in un primo momento fatta trapelare dal New York Times.
A cura di Davide Falcioni
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Il mistero sulla morte di Giulio Regeni sembra essere lungi dall'essere risolto. Dopo le indiscrezioni trapelate su New York Times e Reuters, che hanno rilanciato l'ipotesi di un arresto da parte dei servizi di informazione e sicurezza egiziani, in una nota ufficiale il Ministero dell'Interno del Cairo ha seccamente smentito tutte le ricostruzioni pubblicate dai media occidentali, tutte concordanti sull'ipotesi di un arresto di Giulio Regeni da parte di uomini dei servizi segreti prima della sua morte. Stando a quanto riporta l'agenzia stampa egiziana Mena, vicina al governo di al Sisi, "i media occidentali avevano pubblicato informazioni completamente erronee circa le condizioni della scomparsa dell'italiano: un team di investigatori è incaricato di svelare i moventi dell'omicidio dell'italiano ed è pronto a cooperare pienamente con i colleghi italiani". I risultati delle ricerche e delle indagini su questo caso inoltre "saranno annunciati quando porteranno a risultati utili".

NY Times: "Giulio Regeni arrestato perché ritenuto una spia"

Due giorni fa il New York Times aveva pubblicato una ricostruzione delle ultime ore di vita di Giulio Regeni. Tre fonti vicine all'inchiesta giudiziaria avrebbero riferito che il giovane ricercatore friulano è stato catturato il 25 gennaio da agenti di polizia in seguito a un normale controllo.  Una delle fonti avrebbe aggiunto che Regeni è stato portato via in quanto avrebbe avuto una reazione brusca con un agente: "Era stato molto scortese ed aveva agito come un duro", ha spiegato la fonte, aggiungendo che a far scattare l'arresto è stato anche il ritrovamento di alcuni nomi di oppositori politici egiziani sul telefono cellulare di Regeni: in particolare il ragazzo italiano avrebbe avuto i recapiti di militanti dei Fratelli Musulmani – organizzazione illegale nel paese dopo l'ultimo golpe del 2013 che ha portato al governo il generale al Sisi.  La tesi delle tre fonti egiziane è dunque la seguente: i poliziotti credevano che Regeni fosse una spia. Chi altri, infatti, avrebbe potuto avere l'interesse di studiare i sindacati e avvicinarsi a movimenti di protesta?

Anche ieri erano trapelate indiscrezioni dall'agenzia di stampa Reuters, secondo cui Giulio Regeni sarebbe stato barbaramente torturato: il giovane aveva infatti "sette costole rotte, segni di scosse elettriche sui genitali, lesioni traumatiche e tagli inferti con lame affilate su tutto il corpo, lividi e abrasioni e anche un’emorragia cerebrale".

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