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Candidati a Napoli, tra Comune e Municipalità scoppia il caso ‘voto inquinato’

Voto inquinato alle elezioni comunali di Napoli 2011, è allarme per 170 candidature discutibili. Sono oltre 10 mila i candidati la cui posizione è al vaglio della Prefettura napoletana, nelle liste ci sono imputati, indagati, parenti di camorristi, neo-fascisti dichiarati e fiancheggiatori.
A cura di Alessio Viscardi
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C'è davvero di tutto nelle liste per le elezioni comunali di Napoli 2011: parenti di boss della camorra, fascisti dichiarati, imputati e fiancheggiatori. Insomma, ce n'è abbastanza per far lanciare un allarme al procuratore nazionale antimafia, Piero Grasso, che chiede una normativa più stringente sulla possibilità di candidare personaggi come quelle che ci ritroviamo a Napoli alla vigilia delle elezioni amministrative. Un piaga che colpisce anche i comuni della Provincia, come Quarto, dove ieri sono stati effettuati 40 arresti nell'ambito di un'operazione antidroga nei confronti del clan Polverino che ha messo le manette a due candidati del Pdl al Consiglio Comunale.

È nelle liste per il Comune di Napoli e per le dieci Municipalità cittadine che è concentrata l'attenzione di tutta Italia: non si erano ancora spente le polemiche per la candidatura di Achille De Simone – indagato per associazione mafiosa con il clan Sarno di Ponticelli – nelle liste in sostegno del candidato sindaco del centrodestra, Gianni Lettieri, che quella della figlia del boss Stolder di Forcella aveva fatto gridare da più parti all'infiltrazione camorristica nelle elezioni 2011 – nonostante la donna dichiari di aver preso le distanze dalla sua famiglia ormai da anni.

Tra i candidati ci sono numerosi imputati, per capi che vanno dalla violenza privata al concorso in devastazione e al favoreggiamento della latitanza del killer Giuseppe Setola, aspirante boss del clan dei Casalesi. Il Prefetto di Napoli, Andrea De Martino, ha denunciato il pericolo di voto inquinato: “Ci sono arrivate segnalazioni per 170 candidati discutibili” e la Prefettura sta verificando altri 10 mila casi.

Il pericolo che la camorra, la malavita e la malapolitica condizioni il voto è altissimo. Soltanto ieri, i candidati Pdl al consiglio comunale di Quarto Armando Chiaro e Salvatore Camerlingo sono finiti in manette con l'accusa di aver lavorato al soldo del clan Polverino, mentre a Napoli gli scontri tra esponenti di estrema destra e attivisti di sinistra hanno coinvolto il candidato alla IV Municipalità Enrico Tarantino, salito alla ribalta delle cronache nazionali per aver fatto gli auguri di compleanno a Hitler sul proprio profilo Facebook.

Marco Nonno è uno dei tanti candidati imputati, in particolare per le devastazioni di Pianura del 2008 in seguito ai tentativi di riapertura della discarica di contrada Pisani per arginare l'emergenza rifiuti campana. Nonno si difende così: “Non sono certo stato accusato di essere vicino alla camorra, sono imputato per aver difeso la mia popolazione, quella di Pianura. Hanno detto che io ordinavo di bruciare i bus durante la rivolta contro la discarica. Se avessero trovato legami con i clan non mi sarei mai candidato”.

Altro imputato è Achille De Simone, arrestato nel 2009 mentre era già consigliere comunale, per aver favorito il clan Sarno di Ponticelli e aver sabotato l'apertura di uno sportello antiracket nel vicino comune di Cercola. Il commercialista Maurizio Matacena è indagato nell'inchiesta che vede tra gli accusati anche il senatore Vincenzo Niespoli per bancarotta fraudolenta.

Due figlie di camorra candidate in Municipalità: Nunzia Stolder, figlia del boss di Forcella, e Jessica Improta, il cui padre è stato incarcerato per aver favorito la latitanza dello stragista Giuseppe Setola. Il Procuratore capo Giovandomenico Lepore, denuncia la responsabilità di chi compila le liste elettorali, che evidentemente non opera il necessario controllo preventivo. Intanto, a meno di due settimane dal voto, l'ombra della camorra si allunga sulle elezioni.

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