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Brasile, la Corte ha deciso: per i giudici l’ex presidente Lula deve andare in carcere

La decisione del Tribunale Supremo Federale del Brasile che ha respinto la richiesta di habeas corpus presentata dall’ex presidente Lula Da Silva. Migliaia di persone hanno manifestato pro e contro l’ex presidente in tutto il Brasile.
A cura di Susanna Picone
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L’ex presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva finirà in carcere. È arrivata la decisione del Tribunale supremo federale (tsf) del Brasile che ha respinto oggi la richiesta di habeas corpus presentata da Lula da Silva, che può quindi adesso entrare in prigione per scontare la pena a dodici anni che gli è stata inflitta per corruzione e riciclaggio. Come previsto, la decisione è stata presa con una maggioranza risicata: 6 voti contro 5. Formalmente è stato il parere della presidente del Tribunale, Carmen Lucia, a segnare la sconfitta di Lula (suo l’ultimo voto decisivo), ma è stato il voto negativo di un'altra magistrata – Rosa Weber – che ha spento l'entusiasmo dei simpatizzanti dell'ex presidente durante lo svolgimento dell’udienza che è andava avanti per oltre dieci ore. Lula chiedeva che fosse sospesa la pena che gli è stata inflitta, nove anni in prima istanza a Curitiba poi appunto diventati 12 in appello, per corruzione passiva e riciclaggio, finché i suoi legali non avessero esaurito ogni possibile ricorso contro la sentenza. La decisione dei giudici rappresenta un duro colpo per il Partito dei Lavoratori (PT), che deve iniziare a pensare a una candidatura alternativa.

Manifestazioni in piazza per Lula – La lunga sentenza della Corte suprema è stata accompagnata da dimostrazioni e proteste, con migliaia di persone che sono scese in piazza in tutto il Paese per manifestare pro e contro l'ex presidente, da alcuni visto come simbolo di corruzione, da altri come un eroe. Nella capitale Brasilia è stato approntato un dispositivo di sicurezza con 4000 agenti delle forze dell'ordine e la zona attorno alla Corte suprema è off limits. Questo però non ha impedito che simpatizzanti e oppositori di Lula si radunassero numerosi lungo la spianata dei ministeri dove hanno sede tutti i palazzi istituzionali, compresi la Presidenza e la Corte suprema.

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