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Basta bocciature e addio ai voti in numeri: ecco come cambieranno le scuole elementari

Al vaglio del Governo una legge delega in cui si propone l’abolizione dei voti numerici, in favore del ritorno alla valutazione in lettere, e l’eliminazione della bocciatura durante le scuole elementari.
A cura di Charlotte Matteini
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Niente più voti numerici e bocciature alle scuole elementari. È quanto, secondo indiscrezioni del Corriere della Sera, propone la legge delega che il Governo Renzi sta predisponendo in questi giorni, seguendo le direttive contenute nella legge 107, la cosiddetta riforma "Buona Scuola" approvata lo scorso anno. Il decreto, secondo i calcoli, dovrebbe essere approvato entro la fine dell'estate ed entrerà in vigore, se le tempistiche verranno rispettate, a partire dall'anno scolastico 2017-2018.

Al posto dei numeri, arriveranno – o meglio, torneranno, visto che la scala alfabetica veniva già utilizzata a cavallo tra gli anni '90 e 2000 – le valutazioni in lettere. Dalla A – il voto più alto, fino alla E, l'insufficienza, a seconda del grado di preparazione dell'alunno, gli insegnanti esprimeranno il proprio giudizio utilizzando questa nuova scala, ritenuta meno rigida di quella numerica, che per caratteristiche intrinseche dà molto peso a tutti i voti presi durante l'anno, soprattutto a quelli più bassi, e quindi, attraverso il calcolo della media matematica viene reso difficoltoso il recupero delle insufficienze ricevute nel corso dell'anno scolastico. Secondo gli esperti, la valutazione in lettere consente di "esprimere meglio l'evoluzione delle conoscenze e delle competenze acquisite dagli alunni nel corso del loro percorso scolastico", mentre il voto numerico invece tende a fornire un quadro piuttosto statico e freddo della preparazione dell'alunno.

La parlamentare del Partito Democratico Francesca Puglisi, responsabile scuola del Pd, ha dichiarato al Corriere: "L'obiettivo sarà quello di restituire alla scuola primaria il compito di mettere i bambini agli stessi nastri di partenza". Insomma, se il bambino dovesse in qualche modo iniziare male l'anno scolastico, se dovesse iniziare a prendere della "A" e recuperare le insufficienze prese all'inizio, avrebbe diritto a prendere la sua "A" in pagella anche alla fine dell'anno. Utilizzando la scala numerica, invece, il bambino avrebbe diritto al voto superiore solo se la media matematica restituisse effettivamente quel valore, rendendo quindi più difficoltoso il recupero delle insufficienze ricevute all'inizio dell'anno, che non si "cancellerebbero", ma andrebbero a pesare sul risultato finale.

Oltre al cambio di valutazione, tra le proposte inserite nella bozza di legge Delega prevede l'eliminazione della bocciatura durante gli anni della scuola primaria, perché ritenuta "dannosa e inutile" e poco formativa se applicata nei confronti di bambini che vanno dai 6 ai 10 anni circa. Il nuovo modello di riforma della scuola, quindi, ricalca in qualche modo quello adottato già da molti anni in numerosi Paesi europei e negli Stati Uniti, dove si dà più peso al raggiungimento dell'obiettivo che, durante le scuole elementari, dovrebbe essere quello di fornire adeguati strumenti di apprendimento ai bambini che le frequentano, contribuire alla loro formazione primaria, non all'algida e ragionieristica valutazione dei voti ricevuti durante l'anno.

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