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Bandiera neonazista, avviata indagine. Il militare: “Non sapevo fosse simbolo estremista”

Il procuratore militare Marco De Paolis ha avviato una indagine sull’esposizione del simbolo nazista all’interno di una camerata di Firenze: “Probabilmente non è stato commesso nessun reato militare, ma c’è un problema disciplinare e un grande problema culturale”.
A cura di Susanna Picone
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Non accenna a placarsi la bufera innescata dalle immagini di una bandiera neonazista esposta all’interno della caserma dei carabinieri Baldissera, sul lungarno Pecori Giraldi, sede del VI Battaglione. “Probabilmente non è stato commesso nessun reato militare, ma c'è un problema disciplinare e un grande problema culturale”, ha commentato al Giornale Radio Rai il procuratore militare Marco De Paolis, che ha già avviato un' indagine sulla vicenda. “Al momento, sulla base delle informazioni che abbiamo ricevuto, non c'è nulla che faccia pensare alla violazione di una norma penale militare. Però ho dato disposizioni affinché si verifichi se invece vi siano gli estremi per configurare un qualche reato”, ha aggiunto De Paolis, precisando che la norma secondo la quale è reato esporre un vessillo che evochi il nazismo vale per i civili e non specificamente per i militari per cui il carabiniere di Firenze potrebbe essere indagato dalla procura ordinaria ma non da quella militare. “Penso che sia più un grande problema di natura disciplinare e culturale”, ha detto ancora il procuratore secondo il quale “la questione è capire cosa significa un simbolo del genere, soprattutto per un militare, credo che ci sia da interrogarsi sulla formazione culturale dei giovani prima e dei militari poi”.

Il carabiniere appassionato di storia che ha appeso la bandiera – La camera dove è stata esposta la bandiera è occupata da un giovane militare del 6° Battaglione Carabiniere “Toscana”. Un militare classe 1995, studente universitario iscritto alla facoltà di Storia a La Sapienza, che avrebbe spiegato di non sapere rappresentasse un simbolo dei neonazisti. È il Corriere della Sera a riportare le parole del militare, che ha ammesso appunto di aver appeso sopra il letto della camera, che condivide con altri tre colleghi, la bandiera del Reich, ma ha giurato di non sapere che quel vessillo della marina prussiana della Prima guerra mondiale era utilizzato da gruppi neonazisti. “L’ho comprata su Internet — ha spiegato il militare —, sono un appassionato di quel periodo storico, non sapevo che fosse un simbolo dei neonazisti”. “Quella bandiera per me rappresenta solo un periodo storico al quale mi sono appassionato, niente di più. Chiedo scusa se ho violato i regolamenti”, ha aggiunto il giovane.

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