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Bagnasco: in Italia comportamenti incompatibili con il decoro delle istituzioni e della vita pubblica

Il presidente della Cei nella prolusione con cui ha aperto il Consiglio episcopale ha criticato apertamente gli stili di vita del Presidente del Consiglio, non pronunciando però mai il nome di Berlusconi. Bagnasco ha invitato inoltre i politici a ritrovare il senso della misura e ad impegnarsi seriamente contro la corruzione e l’evasione fiscale.
A cura di Antonio Palma
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Angelo Bagnasco

Il presidente della Conferenza episcopale, Angelo Bagnasco, nella prolusione con cui ha aperto il Consiglio episcopale permanente, ha affrontato tutti i temi più spinosi di questo momento storico, dalla crisi economica al costume politico italiano. Il Cardinale ha iniziato il suo discorso davanti ai vescovi facendo subito riferimento al clima che si sta vivendo in questi giorni, “il senso di insicurezza diffuso nel corpo sociale, rafforzato da un attonito sbigottimento a livello culturale e morale”.

Il presidente della Cei si è detto rattristato dal “deterioramento del costume e del linguaggio pubblico”, specificando che “mortifica soprattutto dover prendere atto di comportamenti non solo contrari al pubblico decoro ma intrinsecamente tristi e vacui”. Per Bagnasco non solo “la collettività guarda con sgomento gli attori della scena pubblica”, ma bisogna ricordare anche che in questo modo “l’immagine del Paese all’esterno ne viene pericolosamente fiaccata”.

Il riferimento alle vicende che in questi giorni stanno coinvolgendo il Presidente del Consiglio sembra chiaro nell’intervento di Bagnasco, anche se non lo ha mai nominato nel suo discorso. “Si rincorrono racconti che, se comprovati, a livelli diversi rilevano stili di vita difficilmente compatibili con la dignità delle persone e il decoro delle istituzioni e della vita pubblica”, è stato il suo monito, aggiungendo, però, di essere colpito dalle tanti indagini che si indirizzano in questo senso, cosa che non avviene per altri avvenimenti, e da alcuni comportamenti della stampa. Bagnasco ha poi subito precisato che “nessun equivoco tuttavia può qui annidarsi “, le strumentalizzazioni non possono cioè essere un attenuate perché “i comportamenti licenziosi e le relazioni improprie sono in se stessi negativi e producono un danno sociale a prescindere dalla loro notorietà e dalle strumentalizzazioni che pur non mancano”.

“ I comportamenti licenziosi e le relazioni improprie sono in se stessi negativi e producono un danno sociale ”
Angelo Bagnasco
Il cardinale nel suo discorso ha risposto anche a chi in questi giorni ha criticato il silenzio della Chiesa su quanto stava avvenendo, “forse che davvero è mancata in questi anni la voce responsabile del Magistero ecclesiale che chiedeva e chiede orizzonti di vita buona, libera dal pansessualismo e dal relativismo amorale?” è stata la sua domanda retorica, ricordando che la chiesa ha sempre sostenuto che “chiunque sceglie la militanza politica, deve essere consapevole della misura e della sobrietà, della disciplina e dell’onore che comporta”.

Il presidente della Cei è intervenuto anche sulla questione economica affermando che “non si era capito, o forse non avevamo voluto capire”, che la crisi economica e sociale era più grave di quanto si potesse pensare e che “avrebbe presentato un costo ineludibile per tutti i cittadini di questo Paese”. Quindi è importante secondo il cardinale che oggi vengano fatte scelte serie e che siano nell’interesse della collettività, senza però pesare solo sui più deboli, “è d’obbligo richiamare il principio prevalente dell’equità che va assunto con rigore e applicato senza sconti, rendendo meno insopportabili gli aggiustamenti più austeri”.

Il Cardinale non ha mancato di accennare al grave problema della corruzione, ricordando che impegnarsi seriamente per combatterla deve essere una priorità del mondo politico. Come fondamentale per lui è la lotta all’evasione fiscale, contro la quale “non tutto è stato ancora messo in campo”, per Bagnasco “questo cancro sociale, sta soffocando l’economia e prosciugando l’affidabilità civile delle classi più abbienti”.

Nel suo discorso non è poi mancato uno sguardo ai giovani, delusi e amareggiati per la loro situazione, Bagnasco non ha potuto fare a meno di ricordare le diverse proteste giovanili nel Mondo che “non possono essere un caso fortuito, né spiegabile con la semplicistica teoria del contagio sociale”.

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