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Baby squillo a Roma, ok patteggiamenti: “Clienti consapevoli della minore età”

La Procura di Roma ha dato il via libera ai patteggiamenti di clienti delle due giovanissime prostitute. Un anno di reclusione, con sospensione condizionale, ed oltre 1000 euro di multa: questa la pena concordata coi pm dai quattro, accusati di prostituzione minorile.
A cura di Biagio Chiariello
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 Un anno di reclusione, con sospensione condizionale, ed oltre 1000 euro di multa. E’ questa la pena che dovranno scontare i quattro clienti delle due baby squillo che si prostituivano in un appartamento dei Parioli, a Roma.  La Procura di Roma ha dato infatti il via libera ai patteggiamenti per i quattro, tutti accusati di prostituzione minorile, che non solo erano clienti delle due ragazzine, ma erano anche consapevoli che fossero minorenni. Il patteggiamento però consentirà loro di evitare la spiacevole pubblicità che sarebbe derivata da un dibattimento pubblico. Così non è stato per altri due clienti, Francesco Ferraro e Gianluca Sammarone, condannati anche loro ad un anno di reclusione, nell’ambito del processo a Mirko Ieni,  considerato il gestore del giro di prostituzione delle due giovanissime di 14 e 15 anni e condannato alla pena più dura: dieci anni. Nello stesso processo sono stati condannati la madre di una delle due ragazzine (sei anni),Nunzio Pizzacalla (7 anni), Riccardo Sbarra (sei anni), Marco Galluzzo (tre anni e quattro mesi),Michael De Quattro (quattro anni). . Gli inquirenti devono ancora completare le indagini su altri indagati, come Mauro Floriani, marito della senatrice Alessandra Mussolini, e Nicola Bruno, figlio di Donato, parlamentare di Forza Italia.

L'inchiesta sulle baby squillo, i verbali delle ragazzine

Dai verbali delle due ragazzine, emerge una situazione in cui al miraggio di un guadagno facile era collegata il disgusto per rapporti sessuali con estranei. “Svuotavo la testa e dicevo ‘tanto è un'ora, poi è finito’. Non ero felice ma volevo l'indipendenza economica – racconta la piu' giovane delle due – Cercavo di mettermi nei panni di una persona che stava facendo un lavoro normale". La ragazzina ammette che le prime volte era terrorizzata. "Che gente mi capita? – si domandava – E se ti violentano? Poi piano piano ho capito che erano tutti deficienti". La decisione di intraprendere questa strada arriva dopo aver pubblicato un annuncio su un sito Internet. "Stavamo cercando di fare un lavoretto che fosse adatto un po' alla nostra età – rispondono al gip. Per esempio dog sitter, volevamo andare a Ponza". Le cose però degenerano. "Quando la mia amica mi parlò della prostituzione – racconta la più giovane – perché aveva conosciuto Nunzio Pizzacalla cliccando su una proposta ‘lavorare poco, guadagnare tanto', io le dissi ‘ma cosa fai? Sei scema?". Poi la minorenne ammette che "pur essendo confusa, piano piano" vedendo che l'amica "aveva tanti soldi mi sono fatta prendere un po' anch'io da questa cosa, alla fine mi sono fatta un po' trascinare".

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