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Opinioni

Vivere in una setta tra privazione del sonno, sesso imposto e cure negate: “Mia sorella è morta, non ha potuto salvarsi”

Ogni setta è un baratro, ma all’inizio non te ne accorgi. Non sono incappucciati, non hanno la coda da diavolo, anzi, è tutto un “bombardamento d’amore”. Poi, quando sei dentro, l’assalto.
A cura di Saverio Tommasi
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Rita Repetto, sorella di Roberta Repetto
Rita Repetto, sorella di Roberta Repetto

"Setta" è una parola che fa paura, ed è giusto così. L'utilizzo di tecniche di manipolazione all'interno delle sette, e il potere che riescono a esercitare sulle persone, è spaventoso.
La dinamica settaria agisce piano, s'intrufola dentro il sentire delle persone, condiziona il comportamento. Non è necessario essere "deboli" per cadere in un'esperienza del genere, è questo forse che fa particolarmente paura: il fatto che possa accadera a chiunque, nonostante campagne di informazione, ricerche sociologiche e nonostante (forse) testimonianze video come quelle che ho raccolto io. E' angosciante, vero?
Però conoscere le realtà dall'interno, attraverso le parole di chi ci è caduto, o dei familiari delle vittime, credo sia però ancora – nonostante tutto – il modo migliore per proteggersi, e imparare a proteggere le persone intorno a noi. E' proprio da quest'idea che nasce questo video.

Ho incontrato tre donne, le prime sono state Elena e Lara (nomi di fantasia) fuoriuscite appena in tempo da altrettante sette, ancora impaurite nonostante un'elaborazione psicologica che le ha portate oggi a essere totalmente consapevoli del loro percorso. E poi ho incontrato Rita Repetto, sorella di Roberta Repetto, morta per un cancro non curato all'interno di quella che la Procura ha definito "una psicosetta".
Rita Repetto è anche la fondatrice di "La pulce nell'orecchio", un'associazione nata nel ricordo della sorella Roberta, perché le persone imparino a riconoscere cos'è una setta.

Il mio primo incontro con Rita Repetto avviene di fronte alla stazione ferroviaria di una cittadina ligure, vicina a dove abita. Rita viene a prendermi in auto, non scende e salgo direttamente io, non c'è bisogno di presentazioni, ci siamo già scritti, ormai ci conosciamo.

Secondo te perché ho voluto incontrarti?

Perché la storia è veramente agghiacciante, un vero e proprio film dell'orrore.

Con queste parole arriviamo a casa sua. Rita ha una macchinetta del caffè che fa un rumore micidiale, ci scherzo rispetto al microfono della telecamera, a quello che si potrà poi percepire in sottofondo e a come (non) riuscirò a togliere quel rumore dall'audio dell'intervista. Sorridiamo ma siamo serissimi. Non finiamo neanche il caffè, lo teniamo accanto e iniziamo a parlare.

Qual era la situazione psicologica delle donne all'interno della setta?

Tutte le ragazze, le donne nel gruppo, adoravano questo maestro. Lo trattavano come Dio sceso in Terra, gli lavavano i piedi, gli mettevano i calzini, gli servivano la colazione, nessuno poteva mangiare se lui non era presente al tavolo. Quindi un rapporto di sudditanza vero e proprio.

C'erano altre manifestazioni in cui era evidente che le persone fossero soggiogate?

Sì, lui imponeva dei rapporti sessuali alle ragazze e ai ragazzi di questa comunità. Con la scusa che anche attraverso il sesso da lui comandato si potesse raggiungere l'illuminazione.
Lui, poi, mischiava le coppie. La sua tesi era: "Se tu sei geloso, io ti aiuto a liberarti dalla tua gelosia", ad esempio imponendo che la tua fidanzata avesse un rapporto sessuale con un'altra persona, e obbligandoti ad assistere. Non erano liberi giochi erotici, mia sorella lo scriveva anche in un diario che abbiamo poi ritrovato, non avrebbe voluto, non aveva piacere nel farlo.

So che tua sorella Roberta era entrata così tanto nella dinamica di setta da seguire le indicazioni del guru anche per farsi curare.

Doveva farsi asportare un neo e il guru le aveva detto che quest'operazione si poteva fare, aveva effettuato "una diagnosi energetica con il suo terzo occhio" e aveva sentenziato che il neo era benigno, quindi secondo lui si poteva tranquillamente asportare senza poi fare nessuna analisi. Mia sorella è stata operata su un tavolo di cucina, senza istologico né anestesia, alla presenza del guru.
Tieni presente che noi all'epoca non sapevamo niente, Roberta ci ha sempre nascosto tutto, noi abbiamo saputo soltanto anni dopo, quando Roberta ci ha mandato un messaggio scrivendoci "non sto bene". A quel punto noi siamo corsi a recuperarla, e l'abbiamo trovata in condizioni pietose in una baracca di legno senza finestre, accanto aveva un catino in cui vomitava sangue, aveva le gambe gonfissime. Siamo riusciti a portarla all'ospedale di Lavagna con una scusa: "Facciamo una tac veloce e poi ti riportiamo qui, tranquilla", perché comunque lei non voleva abbandonare il centro.
Quando arriviamo all'ospedale di Lavagna capiscono subito che quei dolori erano causati da un melanoma, era piena di metastasi, non c'era un organo senza un tumore. Roberta morirà esattamente otto giorni dopo.

Al centro, fino a quel momento, le avevano dato delle indicazioni per curarsi?

Assumere tisane zuccherate, fare delle saune, meditare, fare dei bagni ghiacciati nel fiume lì vicino e mettere succo di limone sulle ferite.

Non sono cure.

Esatto, non lo erano. Per loro il dolore era una cosa positiva, significava che doveva espiare qualcosa, doveva risolvere una situazione precedente, quindi era assolutamente positivo che lei stesse male.

Voglio fare un passo indietro e cercare di capire la situazione delle persone quando decidono di entrare in una setta. Come stanno, cosa pensano, in quale momento della loro vita si trovano. Vorrei capire se ci sono dei punti in comune fra le persone, delle fragilità magari condivise.

Lisa (la seconda donna che ho intervistato, nome di fantasia): Ero in un periodo veramente difficile, ero in crisi perché lavorativamente parlando le cose stavano andando malissimo, mi sentivo sola, non mi sentivo gratificata, mi sentivo molto fragile e sentivo proprio il bisogno di aprirmi con altre persone.

Rita Repetto: Roberta non era debole, era veramente molto forte e coraggiosa, molto più di me, per dire una cosa che io non farei mai lei si è lanciata con il paracadute. Aveva mille interessi, aveva una sua agenzia immobiliare, cucinava, cuciva, veramente un vulcano di energia. Era laureata in conservazione dei beni culturali, diplomata al liceo classico con il massimo dei voti. Era molto forte e coraggiosa ma anche in un periodo di fragilità, era in crisi con il suo compagno, però come lo possiamo essere tutti; la sua sfortuna è stata quella di aver incontrato chi di quel momento di fragilità si è approfittato.

Quali strategie utilizzano le sette per tenere una persona legata a sé?

Rita Repetto: una delle strategie è il "Love bombing", cioè letteralmente ti bombardano d'amore.

Elena (la terza donna che ho intervistato, nome di fantasia): Mi hanno accolta e tutti mi dicevano: "Ti lascio il mio numero di telefono, puoi chiamarmi a qualsiasi ora del giorno e della notte".

Lisa: Appena entrata sembrava veramente che a tutti importasse della mia storia. E quindi "parlami di te", "raccontami", "dammi il tuo numero di telefono", "sentiamoci", "vediamoci", quindi proprio questa cosa di sentirsi importanti, no?

Rita Repetto: Qui sta anche la maggiore difficoltà di accorgersi che stai entrando in una setta. Anche io, prima, avevo un'idea sbagliata delle sette, associavo la parola "setta" a persone incappucciate, riti strani, candele, invece le psicosette sono composte da persone assolutamente normali che ti accolgono in un bell'ambiente e ti fanno credere che lì troverai tutte le risposte alle tue domande. Quindi se ci entri in un momento in cui sei un pochino più debole ci stai.

Mi racconti quali sono i segnali che possono rappresentare dei campanelli di allarme?

Rita Repetto: Il più importante è l'allontanamento dalla famiglia. Non è normale che una persona che entra in una nuova realtà allenti i rapporti con i vecchi amici e con i familiari. Per mia sorella, invece, è andata proprio così. Ogni weekend lo passava al centro, faceva seminari a pagamento, e poi piano piano ha iniziato a non essere più presente alle ricorrenze familiari: Natale, Pasqua, i compleanni dei miei figli.

Lisa: Anche prima avevo poca vita sociale, poi l'ho azzerata. Non riuscivo più ad andare a cena dalla mia famiglia, neanche dalla famiglia del mio fidanzato. Non riuscivo più a vedere le amicizia che avevo.

Elena: Ci sono le manipolazioni mentali. Ad esempio: i tuoi amici fanno parte di quel gruppo? No? E allora non devi più frequentarli. I tuoi genitori fanno parte del gruppo? No? Diciamo allora che puoi frequentarli perché sono i tuoi genitori ma assolutamente non devi frequentarli così tanto come facevi prima. Tutta una grande manipolazione per costringerti a fare il vuoto intorno a te, affinché diventino loro i tuoi soli punti di riferimento.

Questa è anche una tecnica per tenerti legato nel medio e nel lungo periodo. Creano cioè un vincolo di dipendenza, rendendo in questo modo ancora più difficile poter pensare, un giorno, di abbandonare la setta. E' così?

Elena: Sì, loro giocano molto sul fatto del "occhio perché se ci lasci poi sarai sola". Ed è vero, perché i tuoi amici a quel punto sono tutti all'interno, e se esci non ti diranno neanche più "ciao" se ti incontrano per strada.
Letteralmente, una volta uscita, mi sono ritrovata sola come un pulcino bagnato preso e messo per strada. Però ce l'ho fatta, adesso sono libera e sto ricostruendomi una vita, ho anche un nuovo compagno con cui sono felice.

Esistono altre tecniche con cui riescono a tenerti legata a loro?

Rita Repetto: Sì, ad esempio la modifica dei comportamenti alimentari. Non è normale che dal mangiare praticamente tutto, si passi a mangiare praticamente niente. Mia sorella ha affrontato un digiuno di 21 giorni perché gliel'ha ordinato il maestro. Mia sorella Roberta ha alternato periodi mangiando solo mele ad altri periodi in cui mangiava solo carne. Non è normale destabilizzare le persone dal punto di vista alimentare, ma è un metodo classico di questi guru, perché più la persona è destabilizzata e fragile, e più è manipolabile. Più è a tua disposizione.

Lara: Digiuni totali di giorni, oppure una settimana in cui potevi mangiare solo verdure cotte in un certo modo, oppure esclusivamente frullate. Oppure giorni in cui dovevi bere solamente latte. Ricordo dicevano: "Dai, poi se digiunate sarete più belle, potrete dimagrite". Considera che lì dentro c'erano anche ragazzine e ragazzini di 12 o 13 anni, a rischio altissimo di sviluppare disturbi alimentari.

Esisteva la pratica della privazione del sonno?

Lara: Sì, alternavamo i digiuni a preghiere protratte per 48 ore consecutive senza dormire. La privazione del sonno è infatti un'altra delle tecniche che utilizzavano, nei confronti di chiunque fosse caduto nella setta: medici, studenti, insegnanti o ad esempio autisti. Persone che poi avrebbero dovuto recarsi a lavoro la mattina dopo, puoi immaginare tu con quale sicurezza verso le persone di cui avrebbero dovuto prendersi cura, ad esempio trasportandole su un pulmann oppure operandole a cuore aperto. Le chiamavano "challenge", cioè sfide. E se ti addormentavi ti fotografavano e ti mettevano nella chat deridendoti.

Di tutte queste storie, secondo voi, che cosa è assolutamente da sottolineare?

Rita Repetto: Devi dire che può succedere a tutti. Tutti possiamo cadere in una di queste realtà.

Elena: Se questa mia testimonianza potesse aiutare anche solo una persona a uscire da quel mondo, io sarei la persona più felice della Terra.

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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