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Violenza sulle donne, Istat: chiamate al 1522 in aumento del 73% durante il lockdown

Nel 60,6 per cento dei casi le chiamate al numero di emergenza per la violenza di genere, arrivano tra le 9 e le 17,  in orario di ufficio, quando la vittima o il carnefice sono separati per lavoro; quelle durante la notte e la mattina presto hanno raggiunto il 17,5 per cento durante il lockdown. Rispetto al periodo campione, i dati, confrontati con quelli di un anno fa, registrano un aumento del 73%.
A cura di Angela Marino
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Durante il lockdown sono state 5031 le telefonate valide al numero di emergenza 1522, il 73 per cento in più sullo stesso periodo del 2019. Lo dicono i dati Istat sulla violenza di genere durante l'emergenza Covid-19. Le vittime che hanno chiesto aiuto sono 2.013 (il 59 per cento in più rispetto al periodo campione di un anno fa). Tale incremento, secondo gli esperti, non sarebbe da imputare necessariamente all'aumento della violenza, ma potrebbe essere anche il risultato delle campagne di sensibilizzazione.

Lazio e Toscana le regioni calde

Per il Lazio, il tasso di incidenza è passato dal 6,8 del 2019 al 12,4 dello stesso periodo del 2020; per la Toscana, dal 4,8 all'8,5 per 100 mila abitanti. Situazione simile anche in Sardegna e Umbria. A incidere sulle richieste di aiuto, insistono associazioni e centri antiviolenza, è anche la vicinanza fisica con il violento che in molti casi ha impedito alle donne di comunicare con l'esterno, chiedere aiuto o semplicemente informazioni. Molte vittime, infatti, devono sottostare a uno stringente controllo da parte del partner, controllo che riguarda prima di tutto telefonate, chat e email e che ha trovato nella convivenza domiciliare forzata l'habitat ideale. Nel 60,6 per cento dei casi le chiamate arrivano tra le 9 e le 17,  in orario di ufficio quando la vittima o il carnefice sono separati per lavoro; quelle durante la notte e la mattina presto, solitamente in numero minore, hanno raggiunto il 17,5 per cento durante il lockdown. Il 45,3 per cento delle vittime ha paura per la propria incolumità o di morire; il 72,8 per cento non denuncia il reato subito. Nel 93,4 per cento dei casi la violenza si consuma tra le mura domestiche, nel 64,1 per cento si tratta anche di casi di violenza assistita.

Aumentano anche i casi di divorzio

Nelle prossime settimane, secondo le previsioni, assisteremo anche allo scioglimento di molti nuclei familiari. Anche le richieste di divorzio sono aumentate sensibilmente durante il periodo di isolamento. Per questo il Tribunale di Torino, d'intesa con il consiglio dell'ordine degli avvocati, ha deciso di consentire ai coniugi che richiedano la separazione consensuale di poterlo fare anche via e-mail. "Riuscire a fornire dati esaustivi sul fenomeno non è ancora possibile, ma da qualche settimana sto ricevendo circa il doppio delle richieste di informazioni per procedere alla separazione legale o per rendere effettivo il divorzio – spiega all'ANSA l'avvocato Valentina Ruggiero, esperta in diritto di famiglia – Questa situazione ha fatto esplodere tensioni latenti o ha esasperato situazioni già critiche, portando i partner alla decisione di prendere strade diverse".

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