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Viareggio. Test choc all’uscita della discoteca: tre ragazzi scoprono di essere sieropositivi

In Versilia, tre ragazzi di cui due femmine e un maschio, scoprono di essere sieropositivi all’HIV all’uscita della discoteca Maki Maki grazie a un test della saliva promosso dai volontari dell’Anlaids. Non è la prima volta che succede in Toscana.
A cura di Biagio Chiariello
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Hanno deciso di sottoporsi per caso al test sull'Hiv ed è così che hanno scoperto di essere sieropositivi. Una sorpresa amarissima venerdì notte per tre ragazzi appena usciti dalla discoteca ‘Maki Maki’ di Viareggio.  I giovani hanno risposto "sì" – insieme ad altre 60 persone – alla richiesta dei volontari Anlaids Versilia di effettuare gratuitamente il campione sulla saliva per scoprire se avevano contratto il famigerato virus. L'hanno fatto forse per scherzo, o per curiosità. Quel che è certo è che il risultato non è stato quello che speravano. “Purtroppo – racconta al quotidiano La Nazione la responsabile del comitato Anlaids Maria Cristina Tognetti – abbiamo trovato tre persone positive all’Hiv. Sono due giovani donne e un ragazzo, tutti eterosessuali e del territorio versiliese, che hanno contratto il virus con un rapporto sessuale non protetto. Sono stati seguiti nell’immediato dalla psicologa e prontamente assegnati al reparto malattie infettive di Massa, all’attenzione della dottoressa Antonella Vincenti, infettivologa referente di Anlaids Versilia. Successivamente saranno eseguite le analisi del sangue per avere la conferma della positività”. Ad ogni le modo, se il virus è preso in tempo, i malati possono fare una vita normale, in tutto e per tutto, anche avere figli, assicura la responsabile. Fondamentale però è che la diagnosi avvenga repentinamente, per questo il test è importante. Ma ora, per i tre giovani che probabilmente si sono visti crollare il mondo addosso, l’aspetto che preoccupa di più è quello emotivo: “Fondamentale è accettare la malattia e affrontarla”, dice la referente dell’associazione.

Non è la prima volta che in Toscana avviene una cosa simile: l'episodio precedente quattro anni fa in provincia di Lucca, davanti al Boca Chica di Torre del Lago, quando una persona scoprì con le analisi promosse dall'associazione di essere sieropositiva. “Quella zona era particolarmente frequentata da Lgbt – spiega Cristina Tognetti – e questo dimostra che le persone più a rischio, in Versilia, restano gli eterosessuali. Non ci sono dubbi che a livello nazionale siano aumentati i sieropositivi Lgbt, ma a livello locale gli eterosessuali sono più a rischio». Poi l’appello finale, di quelli da ripetere all’infinito: "Al di là dell’appartenenza sessuale, va sottolineata la gravità di questa patologia silenziosa, di cui nessuno parla più. La prevenzione è l’unica arma per bloccare il virus e l’uso del profilattico è di vitale importanza. Purtroppo è visto solo come contraccettivo e non come salva-vita. Quello strato sottile di lattice è l’unica flebile arma che avete per uccidere il virus dell’Hiv. Non avete altro in mano, non avete armi, né archi, né spranghe, solo un sottile velo di lattice. Adesso scegliete”.

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