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Verona, coppia gay aggredita con schiaffi e spintoni da un gruppo di ragazzi in piazza Bra

Una coppia di uomini, due imprenditori di 23 e 59 anni, sposati da qualche mese, è stata insultata e aggredita mentre passeggiava mano nella mano nella centralissima piazza Bra a Verona da un gruppo di cinque ragazzini. Sul caso indaga la Digos, che sta analizzando le immagini delle telecamere di sorveglianza per identificare gli aggressori.
A cura di Ida Artiaco
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Sono stati insultati e poi aggrediti con schiaffi e spintoni perché gay. È avvenuto a Verona l'ennesimo episodio omofobo ai danni di una coppia di uomini, entrambi imprenditori veneti di 23 e 59 anni, che sono stati letteralmente presi d'assalto da un gruppo di ragazzini nella centralissima Piazza Bra, a due passi dall'Arena, perché omosessuali. I fatti sono ora al vaglio della Digos, che sta cercando di fare luce sull'intera vicenda, ma stando alla testimonianza dei due protagonisti ci sarebbero pochi dubbi sulla matrice dell'aggressione. Tutto è cominciato la sera dello scorso sabato 11 agosto, poco prima della mezzanotte, quando i due, che si sono sposati in Spagna qualche mese fa, stavano passeggiando mano nella mano vicino alla Gran Guardia. All'improvviso sono stati avvicinati da cinque, al massimo sei ragazzini, che hanno cominciato a insultarli. Hanno cercato di evitarli e di passare oltre, ma le parole si sono fatte sempre più pesanti, finché non si è passati ai fatti.

Quando la coppia ha cominciato a chiedere spiegazioni, è stata aggredita con schiaffi e spintoni. Alla vista di una pattuglia della polizia municipale, il gruppetto si è dileguato. Ma ora potrebbero essere le immagini delle telecamere presenti in piazza ad aiutare la Digos a rintracciare i responsabili, dopo che i due uomini hanno presentato denuncia contro ignoti negli uffici della questura. È questo il secondo episodio del genere in pochissimi giorni: alla fine della scorsa settimana il fumettista italiano Mauro Padovani è stato preso a sprangate insieme al marito da parte dei suoi vicini di casa in Belgio, dove risiede da anni. "Il Belgio è un paese gay friendly. Qui abbiamo avuto la possibilità di sposarci. È una cosa meravigliosa, ed è per questo che amo il Belgio. Ma la polizia dovrebbe proteggerci", aveva scritto sul suo profilo Facebook commentando l'accaduto.

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