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Venezia si ferma per il bomba day: al via il disinnesco dell’ordigno, chiusa la zona rossa

Al via a Venezia il “Bomba day”: sono cominciate questa mattina intorno alle 6 le operazioni di disinnesco di una bomba da 500 libbre risalente alla Seconda Guerra Mondiale, che ha comportato lo sgombero totale di persone, circa tremila, animali e beni mobili dall’area compresa nel raggio di 1.816 metri dal luogo di ritrovamento. Fermi i trasporti pubblici. Alle 17 è prevista l’esplosione in mare.
A cura di Ida Artiaco
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Sono iniziate alle 6 di oggi, domenica 2 febbraio, le operazioni di disinnesco di un ordigno della Seconda Guerra Mondiale, trovato in via Ferraris a Marghera. Tutta Venezia è bloccata da ore per quello che è stato ribattezzato il "Bomba day". Il Comune e la Prefettura hanno infatti ordinato lo sgombero totale di persone, circa tremila, animali e beni mobili dall’area compresa nel raggio di 1.816 metri dal luogo di ritrovamento della bomba in via precauzionale. Ciò significa che è stata evacuata tutta l'area di Mestre e ordinata la chiusura del Ponte della Libertà che collega la città lagunare alla terraferma. Fermi anche tutti i mezzi pubblici almeno fino alle 12:30 per permettere agli esperti di mettere in sicurezza la zona rossa, che resterà interdetta fino alla fine delle operazioni.

Alle 17 previsto il brillamento dell'ordigno

Non solo. Resteranno chiusi anche i parcheggi a Piazzale Roma, Marittima e Tronchetto. Dalle 08.30 alle 12.30 ci sarà anche divieto di sorvolo. Le Forze dell'Ordine e circa 160 volontari della Protezione civile si stanno occupando dell'assistenza alle persone che hanno temporaneamente abbandonare le proprie case, e svolgono servizio di antisciacallaggio. Intanto, proseguono le operazioni delle forze dell'ordine per il disinnesco della bomba da 500 libbre risalente al periodo della Seconda Guerra Mondiale. Alle 09:30 gli artificieri del Genio di Legnago hanno completato l’operazione di spolettamento dell'ordigno. Ciò significa che le due spolette sono state rimosse regolarmente. Tra poco inizierà il trasporto verso il punto in cui la stessa bomba sarà fatta brillare nel pomeriggio, vale a dire nella zona del canale Brentelle fino alla bocca di porto di Malamocco, e di lì verso il largo. L'ordigno sarà sorretto da dei palloni galleggianti e rimorchiato dalla nave. L'esplosione avverrà con una notevole area di sicurezza, circa un raggio di 1 chilometro per navi e barche e 2 chilometri per i subacquei.

Perché la bomba sarà fatta esplodere in mare

Dunque, se verranno rispettati tutti i tempi previsti, bomba potrebbe brillare intorno alle 17. Il boato sarà imponente e solleverà una colonna d’acqua alta almeno un centinaio di metri. Per evitare il minor impatto sismico possibile, gli specialisti della Marina la faranno esplodere a circa un paio di metri dal fondo, anche se ciò ha sollevato alcuni dubbi nei giorni scorsi. "Il colpo coinvolgerà una superficie ampia, distruggendo tutto ciò che c’è – aveva spiegato nei giorni scorsi Adriano Sfriso rispetto agli effetti che un esplosione simile potrebbe avere in un mare dal fondale non troppo profondo – l’onda d’urto in acqua si propaga velocemente, il fondale ne risentirà di sicuro. Sarebbe stato meglio procedere a terra, in una zona desertica o in una cava".

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