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Vannacci, il cartello alla libreria di Castelfranco Veneto: “Non vendiamo il suo libro, non chiedetecelo”

La scelta della titolare della ‘Ubik’ di Castelfranco Veneto, Clara Abatangelo, sul ‘‘Il mondo al contrario’, il libro scritto e prodotto da Roberto Vannacci, ex comandante della Folgore, al centro delle polemiche per le frasi omofobe e sessiste.
A cura di Biagio Chiariello
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"Non chiedeteci il libro di Vannacci”. È il cartello apparso sulla vetrina di una libreria ‘Ubik' di Castelfranco Veneto, nel Trevigiano. Una presa di posizione forte quella della titolare, Clara Abatangelo, ‘irritata’ dalla pubblicità di rimando innescata dalle polemiche per le frasi omofobe e sessiste contenute in ‘Il mondo al contrario’, scritto e prodotto dal generale poi destituito dalla guida dell’Istituto Geografico Militare di Firenze.

"Non lo abbiamo perché è autoprodotto, ma non lo venderei, perché non potrei mai chiedere alla mia dipendente di colore, o al mio collega omosessuale, di seguire un cliente che chieda un libro in cui si dica che loro sono persone contronatura", ha detto all'Ansa la Abatangelo.

  "A chi in questi giorni me lo chiede rispondo che può rivolgersi alla biblioteca, dato che ogni editore è tenuto a conferire gratuitamente due copie alle biblioteche nazionali di Roma e Firenze, e che grazie al circuito del prestito ognuna può chiedere di ottenerlo", prosegue la titolare della libreria, che fa parte di un sistema di 12 insegne indipendenti.

Clara Abatangelo ha poi spiegato anche di aver ricevuto in passato visite di militanti di estrema destra, per lo più del ‘Veneto Fronte Skinhead’, contrari alla sua scelta di allestire vetrine dedicate al mondo degli affetti ‘arcobaleno’, e di aver visto lo scaffale dei biglietti augurali buttato all'aria, solo perché alcuni erano destinati ai legami amorosi tra coppie omosessuali.

Nel libro di Roberto Vannacci ci sono frasi che chiariscono in maniera inequivocabile il suo pensiero: “Lobby gay internazionale”, “Cari omosessuali, normali non siete”. E ancora: “I tratti somatici di Paola Egonu non rappresentano l’italianità”, oppure: “Nelle mie vene una goccia del sangue di Enea, Romolo, Giulio Cesare, Mazzini e Garibaldi".

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