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Covid 19

Vaccino Covid, Crisanti: “A giugno metà popolazione immune ma mascherine fino a dicembre”

Metà della popolazione del nostro Paese potrebbe raggiungere l’immunità al coronavirus entro i primi sei mesi dell’anno. La previsione è del professor Andrea Crisanti che però ha sottolineato come il pericolo del contagio persisterà ancora a lungo e resterà alto per diverso tempo tanto che “Le mascherine le toglieremo il prossimo dicembre”.
A cura di Antonio Palma
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L'Italia ha raggiunto gli ottantamila vaccinati e se non ci saranno problemi sul ritmo delle somministrazioni dei vaccini e sull'arrivo delle dosi indicate per l'Italia, metà della popolazione del nostro Paese potrà raggiungere l'immunità al coronavirus entro i primi sei mesi dell'anno. La previsione è del professor Andrea Crisanti microbiologo dell'università di Padova e in prima linea nelle strategie per la lotta al coronavirus. Senza intoppi sul vaccino in giugno forse la metà della popolazione sarà immune" ha spiegato infatti l'esperto che proprio pochi giorni fa si è sottoposto in prima persona la vaccino covid Pfizer/BioNTech nell'ambito della somministrazione dei sieri a medici e operatori sanitari dell'ospedale di Padova.

Il pericolo del contagio però persisterà ancora a lungo e resterà alto per diverso tempo quindi, secondo Crisanti bisognerà ancora mettere in atto tutte le precauzioni già in vigore come  il distanziamento e le mascherine. "Le mascherine le toglieremo il prossimo dicembre" e "fra un anno raggiungeremo l'immunità' di gregge" è la previsione del professor Crisanti che in una intervista al Corriere della Sera. Commentando l'inizio della campagna di vaccinazione in Italia, Crisanti ha ricordato che "Il vaccino della Pfizer, l'unico attualmente disponibile perché l'unico approvato dall'Ema, "ha dei problemi logistici importanti per via della catena dell'ultrafreddo, che è difficile assicurare in maniera capillare sul territorio".

Queste difficoltà potrebbero rallentare la somministrazione dello stesso vaccino in particolare in alcune regioni a differenza della "Germania dove evidentemente si sono attrezzati fin dall'inizio". In attesa del vaccino AstraZeneca su cui "L'Italia ha poi puntato moltissimo e che ha subito un rallentamento per errori di sperimentazione", come ha ricordato lo stesso Crisanti, in Italia si procede con lasomministrazione delle 479.700 dosi già consegnate anche se con notevoli deferenze tra regioni.

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