Vaccino Coronavirus, Vaia (Spallanzani): “Se tutto va bene a primavera quello tutto italiano”
"Se tutto va bene e senza correre, ci auguriamo in primavera di poter cominciare ad avere la formula per andare in commercializzazione di un vaccino tutto italiano". Lo ha dichiarato il direttore sanitario dell'Ospedale Spallanzani Francesco Vaia intervenuto oggi a Sky Tg24. Vaia ha spiegato che sul nostro vaccino "abbiamo cominciato la fase uno, che è la fase tipica della sicurezza e sarà la fase della immunogenicità, cioè quella in cui la dose inoculata all'interno dell'organismo deve determinare la produzione di anticorpi cosiddetti neutralizzanti che sono in grado di bloccare la replicabilità del virus". Il direttore sanitario dello Spallanzani ha aggiunto che fino ad oggi non è stata registrata nessuna reazione avversa e che entro fine ottobre dovrebbero essere disponibili i primi dati sull'immunogenicità. Poi, a quel punto, scatteranno le fasi due e tre.
Vaia ha parlato anche dell'ipotesi di ridurre la quarantena anche in Italia da 14 a 10 giorni precisando che "dobbiamo farci orientare molto dalla clinica, cioè la clinica ci deve dire se c'è o meno l'esigenza". "Si tratta di assumere un atteggiamento prudenziale. Comprendo che chi governa deve governare l'intero sistema Paese quindi anche l'economia, quindi questa preoccupazione è giusta. Però queste preoccupazione si deve conciliare con l'esigenza prioritaria della salvaguardia della salute dei cittadini. I giorni possono essere anche dieci ma lo decide la clinica", ha spiegato Vaia a Timeline. "Il paziente – ha aggiunto il direttore sanitario dell'istituto romano – deve essere visto dal medico che si deve assumere la responsabilità di volta in volta di poterlo far uscire dalla quarantena, deve essere assolutamente il medico a prendere questa decisione sulla scorta della valutazione clinica. Deve essere un atto medico e non un atto burocratico".
Nel corso del suo intervento televisivo, alla vigilia dall'apertura delle scuole, Vaia ha parlato anche delle regole sui mezzi di trasporto: "Il limite di quindici minuti è una convenzione, perché posso essere colpito dal droplet di un contagiato anche dopo un minuto. Non possiamo agire sempre a valle: siccome abbiamo pochi pullman allora mettiamo la capienza all'80%. No, io non sono molto d’accordo. Per me la politica giusta non è mettere tanti ragazzi insieme, l’80% è come se fosse il 100%, ma è aumentare la dotazione dei mezzi di trasporto per i bambini e tenerli distanziati anche sugli autobus. Non significa niente se sono cinque o dieci minuti", il parere del direttore sanitario dello Spallanzani.