Ucciso e fatto a pezzi in Colombia, altri due arresti per l’omicidio del ricercatore Alessandro Coatti

Il 30 luglio e il 14 agosto sono stati arrestati in Colombia due cittadini colombiani, ritenuti responsabili dell'omicidio del ricercatore ferrarese Alessandro Coatti, 38 anni, ucciso e fatto a pezzi il 6 aprile scorso a Santa Marta.
Lo rende noto la Procura di Roma. I due uomini si chiamano José Diazgranados Soteldo e José Ángel Lizcano Hernández. Il secondo, un 22enne, è stato fermato nella città di Cali, nel sud-ovest del Paese, venerdì.
Lizcano Hernández è stato trovato in un'abitazione in un quartiere popolare e, secondo la stampa estera, era "nel mirino" delle autorità da varie settimane, dopo essere fuggito da Santa Marta.
Le parti del corpo del 38enne erano stata rinvenute in diverse parti della città. Nei mesi scorsi le forze dell'ordine colombiane hanno arrestato altri quattro ragazzi e una ragazza.
I due arrestati farebbero parte del gruppo di malviventi che avrebbe ingannato il biologo italiano dandogli un appuntamento attraverso un'app di incontri nel quartiere San José del Pando per rapinarlo.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il 38enne potrebbe aver opposto resistenza e avrebbe tentato di fuggire. Per questo sarebbe stato torturato e drogato.
Dopo la morte, i suoi aggressori avrebbero cercato di far sparire il corpo e simulare un regolamento di conti tra bande criminali per sviare le indagini. Non è chiaro se il giovane sia morto per overdose o per i colpi inferti con un corpo contundente.
Oltre a Lizcano Hernández e Diazgranados Soteldo, sono stati arrestati anche Oswal Moisés Ospino Navarro, Isaac Enrique Márquez Charris, Andrea Camila Verdugo Escorcia e Brian Augusto Cantillo Salcedo, tutti accusati dalla Procura dei reati di omicidio e furto aggravato e rinviati a giudizio, tutti 20enni.
"La Procura di Roma, nell'ambito del relativo procedimento, ha sviluppato le indagini in ambito nazionale, attraverso diversificati e complessi accertamenti svolti dai Carabinieri del Ros con grande puntualità ed efficacia", si legge in una nota diffusa dagli inquirenti italiani.
Le investigazioni "svolte in sinergia con la Procura Sezionale del Dipartimento di Magdalena nell'ambito di attività rogatoriale, con gli apparati di polizia colombiani e con il costante supporto del Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, sono state caratterizzate, oltre che dall' ascolto di persone informate sui fatti, da accurati accertamenti tecnici su oggetti e dispositivi elettronici appartenuti alla vittima".
La procura capitolina aggiunge che "proprio gli approfondimenti sugli apparati informatici hanno permesso di fare luce sugli ultimi giorni di vita di Coatti, in particolare sugli spostamenti nella città di Santa Marta, nonché di contribuire alla ricostruzione delle fasi del delitto e di acquisire elementi utili alla identificazione degli autori".
Il 38enne era originario di Longastrino, frazione dei comuni di Argenta e Alfonsine (Ferrara e Ravenna). Qui il 30 giugno scorso si sono tenuti i funerali nella parrocchia di San Giuliano.
“Alessandro era una persona fantastica, – aveva raccontato la cugina in quell'occasione al quotidiano La Nuova Ferrara – per me era come un fratello con cui potevo parlare e confrontarmi, al quale potevo chiedere consigli e al quale mi ispirerò sempre. Era molto intelligente, socievole, altruista ed empatico”.