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Uccise i genitori della fidanzata: il 19enne Antonio Tagliata condannato a 20 anni

Il gup non ha riconosciuto la seminfermità. Il duplice omicidio avvenuto ad Ancona nel novembre del 2015. L’ex fidanzata di Tagliata e figlia delle vittime era stata già condannata a 18 anni.
A cura di Susanna Picone
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Venti anni di carcere. Questa la sentenza pronunciata oggi dal Gup di Ancona che ha condannato il diciannovenne Antonio Tagliata, che nel novembre del 2015 uccise i genitori della sua fidanzata minorenne. Fabio Giacconi e Roberta Pierini, padre e madre della ragazza già condannata a 18 anni per complicità nell’omicidio, furono uccisi a colpi di pistola nella loro abitazione di via Crivelli, ad Ancona, il 7 novembre 2015. Il giovane imputato, difeso dall'avvocato Manfredo Fiormonti, era presente in aula alla lettura del dispositivo ed è apparso tranquillo al termine dell'udienza. Subito dopo la sentenza di condanna è stato portato dalla polizia penitenziaria nel carcere di Castrogno (Teramo), dov'era già detenuto. La sua ex, ora diciassettenne, è invece detenuta nell'istituto di pena minorile di Nisida (Napoli).

Il gup non ha riconosciuto la seminfermità – No al riconoscimento della seminfermità di mente, così come prospettata dal perito Vittorio Melega, ed equivalenza delle attenuanti generiche (giovane età e costituzione ai carabinieri) alle aggravanti (premeditazione e rapporto di discendenza delle vittime con la ex dell'imputato). Questi elementi hanno indotto il gup alla pena di 20 anni di reclusione. Il giudice, tenuto conto delle attenuanti generiche, ha escluso l'ergastolo, partendo da una pena di 24 anni aumentata di sei anni per la continuazione (ricettazione e porto abusivo della pistola Beretta Cal. 9×21). Alla pena di 30 anni è stato tolto un terzo per la scelta del rito abbreviato e alla fine si è arrivati a 20 anni. Un computo che “ha accolto integralmente” le istanze del pm Paolo Gubinelli, come ha spiegato lo stesso pubblico ministero a nome della Procura. L'accusa aveva chiesto di non concedere a Tagliata la diminuente del vizio parziale di mente e di riconoscere la premeditazione considerate le lettere lasciate ai familiari. Lette le motivazioni della sentenza, la difesa del ragazzo deciderà l'eventuale appello.

I risarcimenti – Alle parti civili sono state riconosciute provvisionali di risarcimento: 100.000 euro al padre di Giacconi e 50000 ciascuno alla sorella dell’uomo, alla sorella e al fratello della moglie. Il risarcimento dovrà essere quantificato in sede civile.

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