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Uccisa nell’Ennese, forze dell’ordine: “Vedova e malata, la figlia insisteva per la casa di riposo”

La figlia di Vittoria Malaponti, uccisa nell’Ennese, voleva ricoverarla per via dei suoi problemi di salute. La donna era vedova e malata da molto tempo.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Mamma e figlia vivevano insieme da tanti anni. La prima, Vittoria Malaponti, aveva 69 anni e diversi problemi di salute mentre la seconda, Maria Gozza di 47 anni, aveva difficoltà a trovare lavoro. Nonostante tutto le due donne residenti ad Aidone (Enna) non avevo mai avuto grandi screzi. La donna di 69 anni, secondo quanto confermato dai Carabinieri di Aidone a Fanpage.it, era vedova da tanto tempo ed era rimasta insieme alla figlia che l'ha poi uccisa nelle prime ore della mattinata odierna. Soffriva da sempre di problemi di salute più o meno invalidanti: a peggiorare le sue condizioni, inoltre, un'obesità che aveva portato ulteriori complicazioni. Per questo motivo la figlia aveva deciso di ricoverare la madre in una casa di riposo.

Non sono ancora chiari i motivi alla base del feroce omicidio. Secondo le prime indiscrezioni, la 69enne è stata uccisa perché si sarebbe rifiutata di entrare in casa di riposo. "Non possiamo saperlo – afferma il Comandante dei Carabinieri Restuccia -. Aidone è un centro piccolo e conoscevamo le persone in questione soltanto di vista. Non avevano però mai avuto problemi con la giustizia e non sembravano essere persone violente. Chiunque conosce le due donne le definisce tranquille e affiatate all'apparenza. Qualcosa ha scatenato una reazione violentissima da parte della figlia 47enne della vittima. Il tutto sarà verificato con ulteriori indagini".

La 47enne aveva chiamato le forze dell'ordine nelle prime ore della mattinata di oggi riferendo che sua madre si era tolta la vita nel bagno di casa. Una volta giunti sul posto, però, gli agenti hanno subito capito che non poteva trattarsi di un suicidio. Il corpo della vittima era riverso sul pavimento in una pozza di sangue. Le ferite sul cranio della donna suggerivano un'aggressione violenta da parte di una seconda persona. Accanto al cadavere vi erano un coltello e un batticarne, probabilmente utilizzati per compiere l'omicidio. Dopo aver ascoltato i familiari della donna in Caserma, i Carabinieri sono riusciti ad accertare la natura violenta della morte. A quel punto la figlia della vittima ha confessato quanto fatto. I Carabinieri l'hanno arrestata e condotta presso la casa circondariale di Catania dove sarà sottoposta a un ulteriore interrogatorio.

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