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Trieste, trovato cadavere sgozzato in un sacco, confessa la compagna: “Ho ucciso io Libero”

Svolta nell’omicidio di Libero Foti, il 75enne trovato cadavere in un sacco dell’immondizia sul balcone della sua casa a Trieste. Ha confessato il delitto la sua ex compagna, Olena Leri, ucraina di 65 anni: lo avrebbe soffocato e colpito con un una lama al collo al culmini di una lite scoppiata perché lui non voleva che lei rientrasse nel suo paese d’origine.
A cura di Ida Artiaco
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Libero Foti e Olena Leri (Facebook).
Libero Foti e Olena Leri (Facebook).

Dopo circa venti giorni di ricerche, è arrivata la svolta nel caso dell'omicidio di Libero Foti, il 75enne trovato cadavere in un sacco dell'immondizia sul balcone del suo appartamento nel quartiere San Giacomo di Trieste. Ha infatti confessato la sua ex compagna, Olena Leri, 65enne di origine ucraina. Sarebbe stata lei a uccidere l'uomo molto probabilmente al culmine di una lite. L'ammissione, riferiscono fonti di agenzia, è arrivata telefonicamente dall'Ucraina, nel corso di un primo contatto il 13 novembre scorso, al pm Frezza, che indaga sulla vicenda. La donna avrebbe poi confermato tutto il 21 novembre in una successiva telefonata con gli investigatori della Squadra Mobile, che hanno anche accertato che la morte del pensionato risalirebbe con molta probabilità al 12 ottobre scorso, quando la coppia, intorno alle 5 del mattino, avrebbe cominciato un'accesa discussione, come testimoniato anche dai vicini di casa dei due.

Secondo poi quanto ricostruito finora, Libero e la compagna stavano litigando perché lui non voleva che lei tornasse nel suo paese d'origine. Pare che lui l'abbia aggredita con un coltello, ma lei si è difesa colpendolo alla testa con una bottiglia, poi lo ha soffocato con il sacchetto di plastica e lo ha finito colpendolo con una lama al collo e a una mano. A quel punto la 65enne ne ha chiuso il corpo in sacchi di plastica neri, quelli utilizzati per l'immondizia, li ha portati sul balcone di casa e li ha avvolti in una coperta. Solo dopo una ventina di giorni, il 2 novembre, gli agenti, insieme ai vigili del fuoco, hanno trovato il cadavere su segnalazione del vicinato che da tempo non aveva più sue notizie. Nella giornata dell'omicidio, attorno alle 14, la killer era partita dall’aeroporto di Venezia con volo diretto a Kiev. Da lì ha poi raggiunto la città di Čerkasy, dove si trova ancora adesso e dove vive la figlia, per attendere con lei il decorso della malattia grave da cui è affetta.

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