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Treviso, sfruttati e costretti a vivere in stanze senza finestre: due arresti per Caporalato

Sfruttavano decine di braccianti per pochi euro e li costringevano a vivere in una stanza senza finestre e servizi igienici: i carabinieri del Gruppo Tutela del Lavoro di Venezia hanno eseguito a Treviso due arresti per Caporalato. Due cittadini di origine pakistana reclutavano operai loro connazionali per conto di alcune aziende del territorio.
A cura di Gabriella Mazzeo
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I Carabinieri del Gruppo Tutela del Lavoro di Venezia hanno arrestato per Caporalato due persone di origine pakistana, accusate di sfruttare alcuni connazionali per conto di diverse aziende del territorio. Le indagini sono partite tra ottobre e febbraio, dopo una serie di controlli in alcune aziende agricole delle province di Treviso, Pordenone e Udine. Gli accertamenti hanno permesso di scoprire un'industria con sede legale a Cessalto che reclutava decine di braccianti di origine pakistana come manodopera nei campi. Il regime era quello di vero e proprio sfruttamento: secondo quanto accertato, il titolare si occupava dell'impiego degli operai nelle aziende agricole mentre un collaboratore li reclutava e li trasportava lì dove avrebbero dovuto lavorare per tutto il giorno senza alcuna pausa.

I braccianti venivano sottoposti a turni massacranti: svegliati ben prima dell'alba, erano accompagnati nei campi dove dovevano lavorare fino a tarda sera guardati a vista, senza la possibilità di pause neppure per andare in bagno. Ricevevano come compenso per il duro lavoro meno della metà della paga prevista dai contratti regionali e nazionali. Inoltre, gli sfruttatori imponevano un pagamento mensile di 100 euro per un posto letto all'interno di locali fatiscenti. Le vittime erano costrette a pagare anche 50 euro assicurarsi un pasto al giorno. Nei campi non erano forniti dispositivi per la sicurezza sul lavoro, neppure quelli previsti per la protezione dal Covid-19.

Le stanze, in cui gli operai vivevano ammassati in violazione del rispetto delle norme anti-Covid, erano senza finestre, prive di riscaldamento e invase dalla muffa. I servizi igienici, inoltre, erano del tutto inadeguati. I datori di lavoro non versavano alcun contributo previdenziale per i turni svolti: un diritto, questo, riconosciuto solo ai pochi dipendenti in regola.

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