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Torino, sgomberati i senzatetto accampati davanti al comune: tutti sottoposti a tampone

I quarantatré senzatetto che da una settimana dormivano davanti al Comune di Torino sono stati sgomberati questa mattina all’alba: verranno tutti sottoposti al test del tampone e, dal padiglione V del Parco del Valentino, dislocati in strutture di accoglienza predisposte dal Comune.
A cura di Davide Falcioni
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Sono stati sgomberati questa mattina all'alba gli oltre quaranta senzatetto che da una settimana, in seguito alla chiusura del dormitorio invernale di piazza d’Armi, vivevano accampati davanti al Comune di Torino. Sul posto, a Piazza Palazzo di Città, sono intervenuti polizia e carabinieri, ma non si sono registrate tensioni. Dopo aver misurato loro la temperatura, i 43 senza fissa dimora sono stati fatti salire su degli autobus che li hanno accompagnati nel padiglione V del Parco del Valentino, dove sono stati sottoposti a un altro screening sanitario. Le operazioni di sgombero, iniziate alle 6, sono durate un'ora e mezzo. “Le persone saranno trasportate nell‘hub temporaneo allestito al Valentino, dove resteranno in attesa dei risultati del tampone”, ha spiegato l’assessore comunale di Torino Antonino Iaria, intervenuto in piazza per seguire le operazioni di sgombero. I tamponi verranno fatti a tutti indipendentemente dalla presenza dei sintomi del coronavirus. “Sarà analizzato ogni singolo caso, come già abbiamo iniziato a fare durante la settimana scorsa – ha aggiunto l’assessore – per prevedere percorsi di inserimento alternativi all’hub, in base alla situazione di ognuno di loro. Conosciamo la situazione di tutti e per tutti si cercherà una soluzione”.

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Lo sgombero dei 43 senzatetto si è svolto senza tensioni: in un primo momento verranno tutti ospitati in un luogo sicuro gestito dalla Croce Rossa, poi sottoposti a tamponi. I negativi potranno quindi essere inseriti in spazi di accoglienza della Città: dormitori o altre abitazioni temporanee riservate a persone fragili, i cui posti sono stati aumentati di numero nelle ultime settimane per meglio rispondere alle necessità generate dall'emergenza sanitaria. “Mi auguro che sia un principio di soluzione e che non si tratti solo di un modo per sgomberare la piazza“, ha commentato l’avvocato dell’Asgi, Gianluca Vitale. “Quello che lascia l’amaro in bocca è che qualcuno pensava che chiudendo piazza d’Armi le persone sparissero – ha aggiunto – non era così e c’era bisogno di una soluzione alternativa. Se si fosse pensato prima a un posto dove portare queste persone e poi a chiudere piazza d’Armi, questo non sarebbe successo, queste persone non avrebbero sofferto per altri otto giorni“.

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