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Torino, musicista trovato in casa con 2mila dosi di hashish e 678 di marijuana: “Uso personale”

Oltre duemila dosi di di hashish e 678 di marijuana sono state trovate sul tavolo di un musicista rap di Torino, che è stato condannato a dieci mesi di reclusione con doppi benefici di legge (sospensione condizionale e non menzione della condanna). Il rapper è stato immediatamente liberato.
A cura di Davide Falcioni
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Oltre duemila dosi di di hashish e 678 di marijuana sono state trovate sul tavolo di un musicista rap di Torino, che è stato condannato a dieci mesi di reclusione con doppi benefici di legge (sospensione condizionale e non menzione della condanna). Il rapper è stato immediatamente liberato: era accusato di detenzione a fini di spaccio e nel corso dell'udienza aveva ammesso di consumare droghe leggere, a volte con anche con altri artisti per facilitare la creatività e l'espressione artistica. Nel corso della sua deposizione il musicista aveva ammesso la detenzione dello stupefacente e il consumo personale e – solo occasionalmente – la cessione a terzi, conoscenti artisti che frequentavano la sua casa per ‘fare musica'. Il giovane aveva però precisato che la droga trovata era sua e che non aveva mai spacciato.

Per il giudice "non sono sfornite di una loro verosimiglianza" le dichiarazioni del ragazzo, anche perché, si legge ancora nella sentenza, l'imputato "risulta comporre musica ed è noto come in certi contesti e ambienti artistici vi sia un uso piuttosto disinvolto delle sostanze stupefacenti, soprattutto quelle leggere, ritenute idonee a favorire la creatività artistica. Deve dunque – prosegue la sentenza – ritenersi plausibile che il giovane detenesse tale stupefacente tanto per uso personale quanto per le cessioni a terzi finalizzate ad un consumo di gruppo". Di qui la decisione di indicare un ‘quinto comma', che si applica per l'uso personale e la modesta entità.

"Ritengo – ha commentato all'Adnkronos l'avvocato Fulvio Violo, che con la collega Alice Abena ha difeso il musicista – che sia assolutamente condivisibile la valutazione del giudice di primo grado in quanto non è solo l'elemento ponderale che va valutato nell'ambito della qualificazione giuridica dello stupefacente ma bisogna andare a vedere le modalità soggettive, un ragazzino incensurato, e oggettive perché era un laboratorio musicale in cui andava un sacco di gente, e soprattutto le modalità in cui era tenuto lo stupefacente che non era celato".

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