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Torino, 17enne adesca bambini su Fortnite e si fa inviare video e foto nudi durante il lockdown

Grazie alla denuncia sporta dalla madre di un bambino di 10 anni la polizia di Rivoli ha scoperto che un adolescente di 17 anni, soprattutto durante il primo lockdown, adescava bambini sul popolare videogame Fortnite e si faceva inviare foto e video girati nelle loro camerette su Whatsapp, Tik-Tok o Instagram.
A cura di Davide Falcioni
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Dopo aver adescato bambini anche di dieci anni su "Fortnite" – uno dei videogame più popolari tra gli adolescenti – inviava loro immagini pedopornografiche e successivamente, dopo averli persuasi che quello fosse un comportamento normale, chiedeva loro di farsi foto e video dello stesso tenore e di inviarglieli via Whatsapp, Tik-Tok o Instagram. Nei guai è finito un ragazzo di 17 anni finito al centro di un'inchiesta iniziata a luglio e condotta dagli agenti del commissariato di Rivoli (Torino) con l'aiuto del compartimento della polizia postale del Piemonte e del Veneto. L'inchiesta è stata poi coordinata dalla Procura per il Tribunale dei minorenni di Torino.

L'operazione è stata chiamata non a caso Fortnite, dal nome del videogame utilizzato per l'adescamento: le indagini ai primi di luglio si sono concentrate su un 17enne che, a partire dal primo "lockdown", aveva usato la piattaforma Fortnite per entrare in contatto con bambini di poco più di 10 anni e carpirne la fiducia, spostando la comunicazione su altri social network, quali Tik tok, Instagram  e Whatsapp. Una volta entrato nelle loro vite, il giovane pian piano induceva i bambini a ricevere passivamente immagini di natura pedopornografica e, in un momento successivo, a produrre foto e video nelle loro camerette e spesso dietro compenso economico, elargito sotto forma di ricariche telefoniche  e soldi contanti.

L'adescamento dei bambini avveniva sempre nello stesso modo: l'adolescente si presentava prima come "amico" e semplice compagno di giochi, poi, in un momento successivo, inviava foto pedopornografiche e ne chiedeva altre in cambio, spesso anche sotto minaccia. I genitori dei bimbi coinvolti erano inconsapevoli di quanto accadeva da mesi nelle camerette dei loro figli, isolati a causa del lockdown. A scoprire tutto è stata però la mamma di un bambino di 10 anni che, dopo aver controllato lo smartphone del figlio, ha letto una frase sospetta e poi, aprendo una chat, l'incredibile conversazione in corso con il 17enne corredata da foto e video. La donna si è quindi rivolta al commissariato di Rivoli ed ha sporto denuncia.

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