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Stuprò una donna con problemi psichici e la lasciò morire: condannato a 11 anni

È stato condannato a undici anni e sei mesi di carcere l’uomo che stuprò e lasciò morire in un sottopasso la 33enne disabile Anna Carlini, a Pescara, tre anni fa. All’imputato è stata contestata l’omissione di soccorso aggravata. “Non posso esser soddisfatta di questa sentenza”, commenta la sorella Isabella “Anna è stata uccisa”.
A cura di Angela Marino
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È stato condannato a undici anni e sei mesi di carcere l'uomo che stuprò e lasciò morire in un sottopasso la 33enne disabile Anna Carlini, a Pescara, tre anni fa. Il tribunale collegiale di Pescara ha emesso ieri la sentenza nei confronti dei due imputati Nelu Ciuraru e Robert Cioragariu, entrambi di cittadinanza romena. Il primo, responsabile anche della violenza sessuale, è stato condannato per stupro e omissione di soccorso aggravata, mentre il secondo è stato condannato a due anni di carcere per il solo reato di omissione di soccorso. Il pubblico ministero aveva chiesto rispettivamente quattordici anni e tre anni di carcere.

"L'hanno stordita, fatta bere, picchiata violentata e poi avvolta in una coperta per nascondere il misfatto: Anna è stata uccisa – commenta la sorella Isabella Martello – non c'è bisogno di un'arma per ammazzare. Perché ai due imputati non è stato contestato l'omicidio?". "Non possiamo trovare giusta questa sentenza, ma combatteremo affinché il caso venga riaperto". "Mia sorella mi manca tanto – continua – accudirla mi è costato tante rinunce personali, ma avrei continuato a farlo per tutta la vita pur di avere lei. Era dolce e buona – conclude – non aveva idea di cosa fosse il male".

I fatti risalgono al 30 agosto 2017, quando Anna Carlini, affetta da problemi psichici e affidata alle cure della sorella, si allontanò da casa senza avvertire la famiglia. Venne trovata poche ore dopo, senza vita, nel sottopasso della stazione di Pescara, dove i due imputati l'avevano lasciata morire per un mix letale di alcol e farmaci, somministrati dagli imputati alla vittima allo scopo di renderla inoffensiva per poi abusare sessualmente di lei.

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