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Stromboli, violenta esplosione. Il vulcano erutta: cenere sulle case, turisti lasciano spiaggia

Il vulcano ha ripreso ad eruttare. Una forte esplosione è stata sentita in tutto l’arcipelago delle Eolie dopo mezzogiorno, con ricaduta di cenere e altro materiale vulcanico. Gli aliscafi diretti verso l’isola di Stromboli, sono stati fatti attraccare a Panarea.
A cura di Biagio Chiariello
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Prima la forte esplosione avvertita in tutto l’arcipelago, poi la colonna di fumo che si è innalzata altissima, per centinaia di metri, visibile da tutte le isole. Torna ad eruttare il vulcano Stromboli. Una pioggia di lapilli e ceneri è stata già segnalata nel centro abitato, ma la situazione parrebbe sotto controllo. Intanto gli aliscafi diretti verso l'isola di Stromboli, sono stati fatti attraccare a Panarea. In concomitanza con l’esplosione si sono attivate le sirene anti-tsunami e i turisti sono stati invitati a lasciare le spiagge per raggiungere la piazza. Ad ogni modo al momento non si segnalano danni a persone o cose, tranne piccoli focali d’incendio sul versante di Ginostra del Vulcano.

Il mese scorso il vulcano aveva seminato paura, fuoco e morte sull'isola, con due colate scese dalla Sciara dirette a mare, e causato il decesso di un turista che stava facendo un'escursione a Punta dei Corvi, un sentiero libero proprio nella zona di Ginostra, assieme a un amico.

Il comunicato dell'INGV sull'eruzione

"Una replica dell'evento del 3 luglio. Alle 12.17 c'è stata una forte esplosione nella zona sommitale del vulcano con un flusso piroclastico che si e' espanso in mare": così l'Ingv ha descritto l'esplosione seguita all'eruzione che si è verificata questa mattina sullo Stromboli. "Stiamo ancora analizzando i dati – dicono – quindi non e' possibile stabilire se sia più o meno forte dell'ultima, al momento non abbiamo segnalazione di danni".

L'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, comunica che l'esplosione di forte intensità accaduta alle ore 10:17 UTC è classificabile come evento parossistico ed ha interessato l'area craterica dello Stromboli. In particolare, l'evento ha riguardato principalmente il settore centro meridionale dell'area craterica ed in maniera secondaria l'area nord. Quest'ultima ha provocato un flusso piroclastico che si è riversato lunga la Sciara del fuoco sviluppandosi per diverse centinaia di metri in mare. L'area di ricaduta dei prodotti dell'esplosione ha interessato tutta l'area sommitale del vulcano e la colonna eruttiva ha raggiunto un altezza superiore ai 2 km.
L'analisi dei dati di deformazione del suolo non ha indicato anomalie di rilievo. Il flusso di SO2 non ha mostrato specifiche anomalie mantenendosi su un regime di degassamento su un livello medio.
Dall'analisi del tracciato sismico si osserva, a partire dalle 10:16 UTC, una sequenza di eventi esplosivi, il più energetico dei quali si è verificato alle ore 10:17 UTC. Dal punto di vista prettamente sismico tale sequenza può considerarsi confrontabile con l'episodio del 3 luglio scorso. Inoltre, un repentino incremento dell'ampiezza media del tremore vulcanico è stato osservato in concomitanza dell'evento esplosivo.

Le parole dell'esperto: "Stromboli, attività persistente"

Nei giorni scorsi Eugenio Privitera, direttore dell'Osservatorio etneo dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) aveva parlato della situazione del vulcano: “Abbiamo assistito anche ad alcune piccole colate laviche per trabocco sulla parte medio-alta della sciara del fuoco – prosegue – e a piccole frane, con il rotolamento di blocchi incandescenti che finiscono in mare”. Esplosioni come queste, “chiamate parossistiche, sono sporadiche” e “non sono prevedibili, e non hanno fenomeni precursori”.

“È la seconda volta – dice Provitera – che osserviamo questo tipo di fenomeno. C'è una piccola deformazione del suolo che è possibile riconoscere solo a posteriori e vedremo in futuro se potrà essere un precursore utile, anche se per una brevissima allerta”. Lo Stromboli è un vulcano in attività persistente: “Questo determina – continua Privitera l'esperto – la presenza di un rischio vulcanico sempre costante, dovuto non solo all'attività esplosiva dei crateri sommitali, ma anche alla possibilità che possa franare la sciara del fuoco e come conseguenza vi sia uno tsunami sulle coste dell'isola”.

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