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Stromboli, dopo l’eruzione incendi e pompieri a lavoro: piccoli terremoti nella notte

Dopo l’eruzione del vulcano e lo spavento di ieri, a Stromboli la situazione sta tornando alla normalità, con i vigili del fuoco impegnati con i canadair a spegnere gli ultimi focolai provocati dalla pioggia di lapilli e materiale incandescente in seguito alle esplosioni. Nella notte si sono registrate piccole scosse di terremoto, inferiori alla magnitudo 2, mentre sull’isola si piange Massimo Imbesi, il 35enne unica vittima dell’eruzione. Preoccupazione per le ripercussioni sul turismo.
A cura di Ida Artiaco
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A meno di 24 ore dall'eruzione verificatasi sull'isola di Stromboli, in Sicilia, ieri, mercoledì 3 luglio, i vigili del fuoco sono ancora alle prese con lo spegnimento degli ultimi focolai, in seguito agli incendi provocati dalla pioggia di lapilli sprigionata dalle esplosioni che hanno creato il panico in una delle località turistiche più amate d'Italia. Gli aerei stanno operando sulle zone meno accessibili dell'isola dell'arcipelago delle Eolie. La situazione sta, dunque, lentamente tornando alla normalità, dopo lo spavento di ieri pomeriggio. Quasi tutti i turisti hanno preferito lasciare l'area con traghetti ed aliscafi diretti a Milazzo, mentre sono rimasti i residenti, anche perché l'ipotesi di evacuazione, che pure era stata presa in considerazione inizialmente, è stata del tutto escluso. Al momento è tutto tranquillo, anche se nel corso della notte si sono verificate piccole scosse di terremoto, di lieve entità, inferiori alla magnitudo 2, probabilmente come conseguenza dell'assestamento del vulcano, che sono stati avvertiti anche dalla popolazione.

Eruzione Stromboli, morto escursionista: "Qui il cielo è diverso"

L'isola è coperta, come mostrano le immagini aeree diffuse dal vigili del fuoco, da uno strato di cenere nero alto alcuni centimetri. La frazione più colpita resta Ginostra, dove i pompieri sono al lavoro per spegnere gli ultimi focolai. Dopo il black out di ieri, l'energia elettrica è stata ripristinata in metà del paese. Proprio in questa zona è stato recuperato il cadavere dell'unica vittima dell'eruzione, il 35enne di Milazzo Massimo Imbesi, probabilmente rimasto intrappolato dalle fiamme e stordito dal fumo nella zona di Punta dei Corvi dove si era recato con un amico per fare un'escursione. Imbesi frequentava molto l'isola ed amava il mare, che da poco aveva reso anche parte del suo lavoro, essendo un allievo ufficiale di coperta. Su Facebook aveva scritto: "Finalmente il mare, di nuovo il mare… quello più conosciuto e familiare però, quello che preferisco, quello della Spiaggia di Ponente di Milazzo, quello di casa. Qui il cielo è diverso".

La paura dei turisti dopo le esplosioni di ieri

E mentre l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) ha fatto sapere che non si sono "mai viste esplosioni simili dal 1985" e che manterrà gli occhi aperti sulla zona anche nei prossimi giorni, come si è visto le ripercussioni più gravi dell'eruzione del vulcano sono ricadute sul turismo. Per le operazioni di evacuazione, si è attivata, oltre alla Guardia Costiera, anche la compagnia di navigazione Liberty Lines, che con tre aliscafi straordinari ha trasportato a Lipari e a Milazzo da Ginostra sia isolani che turisti. Altri quattro mezzi sono rimasti in allerta tutta la notte tra Salina e Lipari, per eventuali emergenze. Una famiglia toscana, composta da padre, madre e figlio di 11 anni, che è scappata da Ginostra lasciando tutti i bagagli sull'isola, si è ritrovata senza soldi a Milazzo e senza un posto dove trascorrere la notte, ma è stata accolta proprio dai dirigenti della Liberty Lines a spese della compagnia. Molti altri turisti, spaventati dalle esplosioni, hanno lasciato l'area e oltre mille persone sono sbarcate in Calabria con cinque motonavi.

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