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Strage nel Padovano, l’autopsia: Francesca braccata dal padre e colpita con più coltellate

Ha tentato di fuggire, si è difesa, ha parato le braccia per schermarsi dalle coltellate del padre. È agghiacciante la dinamica dell’uccisione di Francesca Pontin emersa in queste ore dai primi risultati dell’autopsia. L’esame è stato condotto martedì sui corpi di Francesca (15 anni), del fratello Pietro (13) e del padre Alessandro Pontin, quest’ultimo sottoposto anche a esame tossicologico per verificare l’assunzione di sostanze.
A cura di Angela Marino
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Ha tentato di fuggire, si è difesa, ha parato le braccia per schermarsi dalle coltellate del padre. È agghiacciante la dinamica dell'uccisione di Francesca Pontin emersa in queste ore dai primi risultati dell'autopsia affidata al medico legale Giovanni Cecchetto. L'esame, condotto nel pomeriggio di martedì sui corpi di Francesca (15 anni) del fratello Pietro (13) e del padre Alessandro Pontin, ha evidenziato una molteplicità di ferite da coltello sul corpo della ragazzina, soprattutto sulle braccia, e una ferita letale alla gola. Ancora da chiarire la dinamica del ferimento del piccolo Pietro, attinto, lui pure, da un fendente mortale alla gola.

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Le macchia da strisciamento di sangue nella villa della mattanza, a Trebaseleghe (Padova) avevano già suggerito una dinamica di inseguimento e aggressione, ma saranno gli esami medico legali, una volta ultimati, a descrivere con esattezza le modalità dell'omicidio di Pietro e Francesca. In corso anche l'autopsia sul corpo di Alessandro Pontin, l'autore della strage morto sucida dopo aver lasciato un biglietto. A differenza delle vittime, sul suo corpo verranno effettuati anche gli esami tossicologici per stabilire se fosse sotto l'effetto di droghe o farmaci. Una volta terminate tutte e tre le autopsie le informazioni verranno depositate sul tavolo del pm Sergio Dini, responsabile dell'indagine.

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Roberta Calzarotto, la madre dei ragazzi, ha rilasciato in queste ore un'intervista in cui spiega di aver segnalato i comportamenti anomali dell'ex marito e di averlo denunciato (salvo poi ritirare la querela) per il mancato pagamento degli alimenti. "Lo ha fatto per colpire me" ha detto Roberta, che dall'omicida era separata ormai da 10 anni. "Non ci eravamo lasciati bene, ma doveva lasciarmi almeno i figli", ha commentato. A parte il contenzioso per gli alimenti, emerso in queste ore, non ci sarebbero altri dissidi. Pontin lavorava come falegname, era fidanzato da sei mesi, aveva avuto problemi economici con il lockdown, ma sembrava esserseli lasciati alle spalle. Anche per la compagna si è trattato di una tragedia inaspettata. "Da sei mesi amo un uomo che non tornerà più a casa, non giudicate", ha scritto sui socialdopo l'ondata di critiche che l'ha raggiunta alla notizia della strage.

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