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Strage di Cutro, arrivate a Bologna le prime sette salme. C’è anche una bara bianca

Entro sabato, giorno dei funerali prima della sepoltura nella parte musulmana del cimitero di Borgo Panigale, ne dovrebbero arrivare un’altra ventina. Peluche e fiori sulle prime bare, per ora tenute in uno spazio laico della struttura.
A cura di Beppe Facchini
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C'è anche una bara bianca fra le prime sette arrivate stamattina da Cutro a Bologna, al cimitero di Borgo Panigale, poco prima di mezzogiorno. Dopo la giornata di ieri, caratterizzata da tensioni coi familiari proprio per la scelta del Viminale di trasferire le bare delle vittime della strage in mare dello scorso 26 febbraio nel capoluogo emiliano, in nottata, accompagnate da una ditta di onoranze funebri calabrese. Le prime sette salme sono partite, percorrendo centinaia di chilometri a nord e almeno un'altra ventina dovrebbero compiere lo stesso viaggio, forse già in giornata. Entro sabato è previsto comunque l'arrivo in Emilia di tutte quelle per le quali è stato dato il nulla osta da parte dei familiari, per la sepoltura nella parte musulmana del cimitero alla periferia di Bologna, dopo il rito funebre.

Oltre alla bara bianca, altre tre sono accompagnate da dei peluche e quindi è molto probabile si tratti di altre vittime molto giovani. Su tutte ci sono fiori e lumini. Momentaneamente le salme sono state collocate nella sala del commiato accanto al forno crematorio, uno spazio laico all'interno del complesso. Ad attendere i primi arrivi davanti ai cancelli del cimitero non era presente nessuna carica istituzionale, mentre sono arrivati in città anche i familiari che hanno concesso il proprio assenso per la sepoltura a Bologna. Sui numeri complessivi però regna l'incertezza: nelle ultime ore alcuni familiari che in un primo momento avevano detto di sì, adesso ci starebbero ripensando, non comprendendo appieno il senso del trasferimento.

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La decisione di portare le salme a Borgo Panigale era stata presa ieri dal Viminale come "soluzione provvisoria e non definitiva”, soprattutto per “dare immediata dignità” alle vittime, considerando che “in Afghanistan non è semplice procedere nell'immediato al rimpatrio”, a causa del regime talebano al governo. Questa decisione aveva però provocato la protesta dei familiari, poi rientrata dopo l'opera di mediazione della Prefettura e la scelta, condivisa anche dal sindaco bolognese Matteo Lepore e dal presidente della comunità islamica locale, Yassine Lafram, di accogliere solo quelle con l'ok dei parenti. Le altre salme saranno rimpatriate nei Paesi d’origine delle vittime, a spese dello Stato italiano.

Stando a quanto fatto sapere dall'amministrazione comunale, i familiari delle vittime saranno ospitati in una struttura ricettiva, messa a disposizione dal Comune, sino al termine del rito funebre. "Insieme agli operatori è presente la capo di gabinetto del sindaco Matteo Lepore, Matilde Madrid, che sovrintende le operazioni in contatto costante con il ministero dell'Interno, per gestire l'accoglienza".

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