Strage di Corinaldo, condannati in appello gestori della discoteca in cui morirono 5 minori e una mamma

Confermate in appello le condanne per il processo del filone bis sulla strage di Corinaldo relativo alla sicurezza della discoteca Lanterna Azzurra e agli imputati che avevano scelto il giudizio abbreviato. Il Tribunale di Ancona infatti ieri ha condannato proprietari e gestori della discoteca Lanterna Azzurra che erano in giudizio con l’accusa di negligenza e carenze nella sicurezza del locale. Il procedimento è quello relativo a sette dei nove imputati processati in abbreviato mentre due avevano già patteggiato e per loro niente appello.
Nella struttura morirono cinque minorenni e una mamma di 39 anni che nella notte tra il 7 e l'8 dicembre del 2018 stavano aspettando il concerto di Sfera Ebbasta ma furono travolti dalla calca che cercava una via di fuga quando una banda di ragazzi spruzzò spray al peperoncino per compiere furti.
Con una sentenza che ha confermato in pieno le condanne già emesse in primo grado tre anni fa, ad eccezione di un singolo caso, il tribunale ha condannato per le negligenze in termini di sicurezza i proprietari della discoteca Letizia Micci, Mara Paialunga, Alberto e Marco Micci, il dj e gestore Marco Cecchini, il socio Carlantonio Capone e il responsabile della sicurezza Gianni Ermellini.
Nel dettaglio condanne a 4 anni di reclusione per Letizia Micci e Mara Paialunga, 3 anni e 8 mesi per Ermellini, 4 anni ad Alberto e Marco Micci, e 5 anni e un mese a dj Marco. Per Marco Cecchini si è prescritta una contravvenzione che non ha inciso sulla pena. La posizione di Capone, socio della società, invece si è alleggerita: la corte ha rideterminato la pena e 3 anni e 4 mesi di condanna contro i 4 anni e 2 mesi in primo grado nella sentenza di aprile 2022 non riconoscendo un'aggravante di cui il tribunale ordinario non aveva tenuto conto.
Accolte le richieste dell’accusa rappresentanza dalla pm Cristina Polenzani che nella requisitoria aveva parlato di "responsabilità colpose certe". Gli imputai erano accusati a vario titolo di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose e disastro colposo.
Intanto proseguono le ricerche di Andrea Cavallari, considerato la mente della banda dello spray della strage alla Lanterna Azzurra di Corinaldo detenuto nel carcere della Dozza ed evaso da Bologna dopo avere conseguito una laurea senza scorta. Il giovane era staro condannato con gli altri componenti della banda dello spray al peperoncino che usarono la sostanza urticante all'interno del locale già strapieno in attesa dell'inizio del concerto, scatenando il panico.