Staminali, tra 20 giorni parte la sperimentazione tra le polemiche

A venti giorni dall’avvio della sperimentazione del Metodo Stamina non si placano le polemiche scientifiche, sono in molti infatti a pretendere maggiore chiarezza per un progetto che sarà finanziato con 3 milioni di euro. Ciò è emerso anche oggi nel convegno organizzato a Roma “Cellule staminali: un cammino tra speranza di cura, scienza e rispetto delle regole” durante il quale i massimi esperti del settore hanno mostrato ancora una volta molta titubanza e tanti interrogativi. “E' emerso un consenso generale sul fatto che la legge approvata sia utile e necessaria in quanto ha evitato una catastrofe” ha sostenuto Paolo Bianco, dell'Università Sapienza di Roma ed esperto di cellule staminali, aggiungendo che “il problema però è tutt'altro che risolto perché continuano i procedimenti autorizzati dai giudici". Per questo motivo il dottor Bianco è convinto che prima che la terapia venga somministrata “l'Istituto Superiore di Sanità deve acquisire il metodo, verificarlo e quindi renderlo pubblico nel dettaglio perché tutti possano essere in grado di verificarlo e riprodurlo”. Molto simili anche le dichiarazioni di Michele De Luca, direttore del Centro di medicina rigenerativa Stefano Ferrari dell'università di Modena e Reggio Emilia, secondo il quale “bisogna vedere come fare a far partire la sperimentazione, considerando che il Metodo Stamina non lo abbiamo e che ci sono dubbi che esista realmente” aggiungendo “tutto quello che esiste è un brevetto respinto dagli Stati Uniti”.
Da parte del governo ci si impegna a garantire la vigilanza affinché la sperimentazione sia fatta secondo le regole. E’ quanto promesso dalla senatrice del Pd Emilia De Biasi, Presidente della Commissione Sanità del Senato, che intervenendo all'incontro ha dichiarato “Sulle cellule staminali è necessario un dibattito pubblico il più ampio possibile perché nel nostro Paese manca una cultura scientifica diffusa, che permetterebbe alle persone di affrontare la questione in maniera più consapevole e non sull'onda di un'urgenza drammatica di casi e di una certa pressione mediatica ". Sulla stessa lunghezza d’onda anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che in un messaggio inviato al convegno assicura a tutti che “Il diritto alle cure, comprese quelle ancora parzialmente inesplorate con le cellule staminali, deve essere supportato da prove di evidenza scientifica”.