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“Sono laureata in Lettere con magistrale, ma per il ministero non posso insegnare”

Una Laurea triennale in Lettere Moderne e una Magistrale in Informazione e sistemi editoriali, secondo il Ministero dell’Istruzione, non bastano per accedere all’insegnamento di discipline letterarie. È il caso di Francesca Matta, pubblicista e copywriter sarda non idonea ai requisiti del Bando di concorso “nonostante la mia situazione sia perfettamente in regola con i termini, eccezion fatta per il codice della mia laurea magistrale: non è presente nelle tabelle quindi, non posso insegnare”.
A cura di Lisa Ferreli
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«Ho conseguito una laurea triennale in Lettere Moderne e Magistrale in Informazione e sistemi editoriali, ma secondo le tabelle ministeriali non sono idonea all'insegnamento». A raccontare il paradosso burocratico che ostacola l'accesso al mestiere "per il quale ho studiato» è Francesca Matta, pubblicista e copywriter sarda. Laureata col massimo dei voti prima all'Ateneo di Cagliari poi a Parma, al momento si trova costretta a conseguire un'ulteriore laurea magistrale («a settembre mi iscrivo alla Magistrale in Filologia») in quanto secondo le tabelle ministeriali, il suo titolo (LM-19) non è idoneo all'insegnamento. O meglio, permette l'accesso esclusivamente alla classe di concorso A-65, ovvero all'insegnamento di Teoria e tecnica della comunicazione ma solo negli Istituti tecnici e (ulteriore limitazione) con indirizzo "grafica e comunicazione". «La situazione è assurda, se guardiamo anche solo ai crediti formativi degli esami sostenuti durante il percorso triennale, sono perfettamente in regola – spiega sempre Matta – potrei insegnare sia italiano, storia e geografia nelle scuole medie, che discipline letterarie nelle scuole superiori; ma il codice della mia laurea Magistrale non è presente nelle tabelle ministeriali di riferimento, quindi non posso partecipare al Bando di concorso del Ministero dell’istruzione; non posso insegnare». L’accesso a una classe di concorso (quindi alle varie materie di insegnamento nelle scuole) da regola, dipende dal codice di laurea magistrale; di conseguenza, aver sostenuto gli esami utili all'accesso alle graduatorie non è sufficiente.

Per il Tar del Lazio le ragioni dell'inidoneità "non sono chiare"

A sostenere l'illegittimità del criterio in esame (permettendo ai laureati in Corsi LM-19 di concorrere a ulteriori classi di concorso) è stato per ora il Tar del Lazio (Sentenza n. 905-2021 del 22.01.21) il quale, accogliendo il ricorso presentato dallo Studio Legale avv. Elena Spina sostiene che “non appaiono chiare le ragioni dell’inidoneità delle citate lauree ai fini della partecipazione al concorso, soprattutto considerata l’idoneità riconosciuta dal MIUR per lauree specialistiche o magistrali con analogo percorso accademico". «La questione è che non posso permettermi di sostenere eventuali spese legali – spiega però Francesca Matta – di conseguenza l'unica soluzione è rimandare ancora di qualche anno l'ingresso nel mondo del lavoro per conseguire un'ulteriore laurea. Al momento, nonostante i vari esami sostenuti e i titoli conseguiti, al Ministero dell'Istruzione le competenze che ho acquisito non bastano: la richiesta – conclude – è di rivedere i parametri d'accesso con l'inserimento del codice di laurea LM-19 in modo da risolvere questo paradosso e permettere a noi laureati di far valere le competenze acquisite».

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