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“Sono farfalla”, ai funerali del 14enne Lorenzo Bastelli l’addio con la sua poesia

Per l’ultimo saluto al 14enne bolognese morto per un sarcoma di Ewing, durante i funerali, dall’altare una insegnante ha letto una sua poesia dal titolo “Rinascita”. Parole che la stessa famiglia ha voluto che fossero impresse per sempre sul santino distribuito.
A cura di Antonio Palma
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“Io sono farfalla a fatica rinata, respiro finalmente l’azzurro, posso dormire sereno nella mia culla”, così, durante i funerali, familiari e amici hanno voluto salutare per l’ultima volta con le sue stesse parole il piccolo Lorenzo Bastelli, il 14enne morto a causa di un terribile tumore, un sarcoma di Ewing, dopo una lunga battaglia contro la malattia.

Le toccanti parole, recitate dall’altare da una insegnante, sono infatti quelle di una poesia scritta dallo stesso Lorenzo dal titolo “Rinascita”. “Io sono fiammifero decapitato, i ricordi torturavano il cuore. Le mani convulse tra loro lottavano. Ma io sono farfalla a fatica rinata, respiro finalmente l’azzurro, posso dormire sereno nella mia culla” sono le parole che la stessa famiglia ha voluto che fossero impresse per sempre sul santino distribuito in chiesa per i funerali.

Parole che hanno commosso tutti come i ricordi dei tanti amici che gli volevano bene e che hanno affollato il luogo di culto che non è riuscito a contenere tutti. Tanti sono rimasti fuori dalla chiesa ieri pomeriggio dove, all’arrivo del feretro, in aria sono stati lanciati decine di palloncini a forma di cuore, bianchi come i fiori e la bara di Lorenzo.

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“Non ricordiamolo per tutte le cose che non siamo riusciti a fare con lui, ma ricordiamolo per tutti i sorrisi che ci ha fatto apparire in volto, ma soprattutto: non scordiamolo mai" ha dichiarato uno degli amichetti. “Una cosa che mi colpisce sempre di te è la tua capacità di rendere felici le altre persone” ha aggiunto un altro

“Raccolgo da Lorenzo tre parole che sono come il suo testamento spirituale. Festa, vita, gioia” ha scandito invece il parroco. “Il mio funerale deve essere una festa", aveva chiesto il ragazzo, "vita, perché la vita non è tolta, ma trasformata. Gioia, di un cammino fatto insieme con tanti, con la mamma e il papà, con i fratelli, con gli amici di scuola, gli scout, lo sport, la musica. La gioia – ha continuato il sacerdote – non ce la deve rubare nessuno. Solo insieme si supera quanto di tristezza ci può dare il nostro cammino terreno".

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La storia di Lorenzo aveva emozionato quando nelle scorse settimane era stato sommerso da lettere e disegni dopo che la madre aveva lanciato un appello sui social per aiutare il figlio a distrarsi visto che, a causa della sua malattia, era costretto in casa isolato.

Una valanga di lettere che, come ha confermato la madre, avevano rallegrato gli ultimi giorni di Lorenzo. “Penso abbia vissuto l'ultimo mese della sua vita dentro a un sogno, nonostante il dolore fisico, grazie a tutti quelli che gli hanno voluto bene, grazie all'amore immenso che ha sentito da parte di un mondo intero e da parte nostra che lo abbiamo amato più di quanto umanamente possibile” aveva scritto la madre sui social, concludendo: “Abbracciaci tutti amore mio, ma ancora di più abbiamo bisogno di sentire che sei libero di brillare più forte che puoi".

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