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La storia del piccolo Evan, ucciso di botte a 2 anni

Siracusa, indagato il padre del piccolo Evan: “Lo ha picchiato”

Gli inquirenti ipotizzano che il piccolo possa aver subito in precedenza maltrattamenti da parte del padre. Ad uccidere Evan, secondo la procura, sarebbero stati Salvatore Blanco, convivente della mamma Letizia Spatola, e la stessa madre. Stefano Lo Piccolo aveva presentato un esposto alla procura di Genova, città dove vive, in cui segnalava violenze nei confronti del figlio.
A cura di Biagio Chiariello
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Aveva denunciato anomalie nelle indagini sulla morte del figlio, adesso è finito nel registro degli indagati della Procura della Repubblica di Siracusa in merito al presunto caso di maltrattamenti nei confronti del figlio Evan, il bambino di 20 mesi, ucciso di botte il 17 agosto a Rosolini.  L’accusa nei confronti di Stefano Lo Piccolo non è comunque legata alla morte del piccolo. Ad ucciderlo, infatti, secondo la procura, sarebbero stati Salvatore Blanco, convivente della mamma Letizia Spatola, e la stessa madre.

Il padre biologico del bambino, aveva presentato un esposto alla Procura di Genova sui presunti maltrattamenti subiti dal figlioletto e gli assistenti sociali non sarebbero intervenuti in tempo, a suo giudizio, per evitare il dramma. I giudici siracusani vogliono ora comprendere se ci siano state violenze anche durante il periodo in cui i genitori erano conviventi. Lo Piccolo, infatti, secondo il racconto di alcuni testimoni, avrebbe maltrattato Evan nel periodo precedente al dicembre del 2019, mese in cui terminò il rapporto con Spatola. "Respingiamo ogni addebito – dice l'avvocata Federica Tartara – non vedeva il bimbo da novembre, prima di quando l'ex convivente gli sferrò una coltellata. Il suo umore è pessimo: mentre ancora deve metabolizzare la morte del figlio, arriva questa accusa da cui si difenderà"

Nei prossimi giorni, intanto, ci sarà l’incidente probatorio in tribunale a Siracusa. La mamma del bambino aveva detto ai medici che Evan si era procurato le ferite cadendo dalle scale, ma i sanitari avevano riscontrato che quelle escoriazioni non erano compatibili con una eventuale caduta. Da qui il via alle indagini culminate con l’arresto della donna e del suo convivente, che dovranno difendersi dalla pesante accusa di aver provocato la morte del bambino.

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